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Tornato al suo banco, egli invano procurava d'imaginarsi un plausibil modo intorno alla sparizione della fanciulla; infatti chi poteva averla aiutata, sola, senza mezzi, senza esperienza, a sottrarsi non tanto alle ricerche di lui, quanto a quelle diligentissime della polizia? Forse il suo incognito amante? Ma se colui era, qual ei supponeva, uno dei settari, come trovarsi sotto la finestra per ricever nelle braccia la cara fanciulla e al tempo stesso essere alle catacombe? Alfredo, ito agli arresti col commissario, non era suscettibile di porgerle aiuto. Dunque? Il diavolo in persona doveva aver preso parte a vantaggio della giovane: ma anche quest'idea persuadevalo, sapendo come la purezza dei costumi di Rosina non poteva procacciarle le simpatie del formidabile ausiliario infernale. Lambiccatosi il cervello per mille differenti congetture, il degno signor Basilio aveva concluso di lasciare al tempo la cura di svelare l'impenetrabile arcano e dover lui deporne il pensiero, onde non rischiare di divenir pazzo a forza di meditare; ed infatti si era avveduto che la strana sua situazione avevalo alquanto dissestato nella direzione dei propri affari. Si era dimenticato di cancellare una partita di un suo debitore che lo aveva pagato; ma giacchè la cosa era passata, pensò esser meglio lasciare aperto il credito che scarabocchiare la carta. Si era scordato di accendere l'ultimo sabato la lampada alla imagine di sant'Omobono, ma pensò rimediare alla trascuranza col comprare il sabato venturo, invece di una crazia, due soldi d'olio. Il tremito dei suoi nervi rendendogli paralitiche le mani, queste tenevano il passetto in modo che nel misurare il panno a' suoi compratori le bracciature riuscivano piuttosto scarse, ma, per tranquillizzare la propria coscienza, diceva a stesso: Che colpa ho io se i dispiaceri che ho provati agitano i miei nervi? tutti coloro che son causa delle mie afflizioni sconteranno nel mondo di l

Celebrano autori così chiesastici come laici la magnificenza di Sisto nell'ornare Roma di fabbriche eccelse, e veramente meritano lode; però non fu, come pure si doveva avvertito, che spesso le sue costruzioni attestano altrettante distruzioni, ovvero trasformazioni; il famoso Settezzonio di Severo, reliquia davanti alla quale sembrava si fermasse il Tempo per ammirarlo non per distruggerlo fu abbattuta da Sisto e ne fece trasportare le colonne a San Pietro; gli era entrato l'uzzolo addosso di buttare giù ogni cosa, tra le altre il sepolcro di Cecilia Metella monumento illustre dei tempi della Repubblica; i romani atterriti da questa salvatichezza fratesca, gli stessi cardinali, eziandio quelli che più zelavano la fede cattolica si misero intorno al Papa scongiurandolo a deporne il pensiero, ai quali egli rispose: «che avevano torto perchè egli aveva avuto in mente di torre via le turpezze, sostituendo edifizi degni di ammirazione.» A malincuore pativa albergare nel Vaticano le statue di Apollo e di Laoconte; dal Campidoglio poi risoluto le mandò via; anzichè sopportarcele gli avrebbe dato fuoco: ebbero ad esulare dalle sedi terrene Giove e gli altri Dei consenti come gi