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Aggiornato: 26 giugno 2025
Cotal diss'ella, e giù dal fianco svelte Sospiri ardenti; e per lo sen le scende Caldo ruscel di lagrime novelle; Allora il mostro a così dir le prende: Reina, anco dal cielo, e da le stelle S'armato è di prudenza uom si difende; Rinova i preghi; a la tua nobil vita Giugne soccorso d'immortale aita.
Alberto s'arricciò con le dita le punte dei baffi e disse in tuono gelato: Come crede.... A ogni modo, mi fa oggi quelle commissioni. Vado e torno col danaro rispose Bardelli che non vedeva l'ora di troncare il colloquio. Preghi l'ingegnere Aldini di passar da me gli gridò dietro Varedo. E prese a rileggere il telegramma di San Giustino il cui tenore lo consolava del rifiuto dianzi subìto.
Ma ne l'amar, nel procacciarti onore, Ne l'inchinar, nel riverirti appieno, Al mondo mai non troverassi un core, Ch'avanzi questo, che ti serbo in seno. O preghi sparsi, o sostenuto ardore, O lunga fè mai non venuta a meno, O quanti mai non furo in petto umano Da me sofferti affanni; e tutti in vano.
Batta le piume, e la prigion profonda L'anima di costui lasci a' miei preghi, E ne l'esangui fibre ella s'asconda, E le venture d'Ottoman dispieghi; S'avvien, ch'al gran signor vita gioconda E di più quì regnar spazio si neghi, Lecito sia, che per sua voce intenda Quale a scampo di lui può farsi emenda. Così dicea; ma l'infelice estinto Le membra a quel suo dir nulla non mosse.
Di quì tra' Rodïan per lei feriti Fur mille cori, e mille petti accesi; Ma tutti ardendo rimanean scherniti E ne le fiamme lor ben vilipesi. Solo fur d'Erimanto i preghi uditi Benignamente, ed i sospiri intesi, Ed a gli occhi di lui porgea conforto Con dolcissimi sguardi, e non a torto.
mostra dovere egli essere stato onestamente amato da lei; dal quale onesto amore è di necessitá essere stata generata onesta e laudevole amistá, la quale esser vera non può, né è durabile, se da virtú causata non è: e cosí mostra che fosse questa, in quanto la donna, di lui parlando, il chiama «suo amico». E qui non senza cagione, lasciato stare il proprio nome, il chiama la donna «amico»: la quale è per dimostrare, per la virtú di cosí fatto nome, l'autore le sia molto all'animo e per mostrare in ciò che ella non venga a porgere i preghi suoi per uomo strano o poco conosciuto da lei.
Fra la barbara turba armi non prese A seguir d'Ottoman gli aspri furori Anima di costui via più cortese, E meno amica d'adunar tesori; Nè tra 'l periglio de le dure imprese Porsero preghi con più studio i cori Per altrui scampo al ciel, nè fer devoti, Con più frequenza e con più pompa, i voti.
Ed ei la brama, e da l'immobil core Più sempre caldi ne raddoppia i preghi; S'ascolti dunque omai: piaga d'onore L'anima bella dal mortal disleghi. Ei così ferma; e l'infernal furore Lascia, ch'Aletto nel gran fatto impieghi; E l'orrido demon, quando s'accorse De la data balìa, rapido corse.
Così pregava il gran Campion, nè voti Preda de la tempesta i preghi andaro; Chiaro di pregi eterni in Ciel ben noti, Ove più di be' rai l'Olimpo è chiaro, Stava MAURIZIO, e d'ogni intorno avea Chiara non men la legion Tebea. Per quegli eterni alberghi alma infinita Pace godeva, e ne beava il core, Premio di quel, che ne la mortal vita Fra l'empie man seppe soffrir dolore.
Parola Del Giorno
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