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Aggiornato: 18 giugno 2025


Senza voltarsi, e posando leggermente la mano sulla tastiera. Non sono cose che si fanno per progetto.... E poi, perchè? Io non so se non ne sarebbe guastata la nostra esistenza. Così, io l'ho reso e lo renderò felice. Subito, quasi suo malgrado. Chi sa? Volgendosi a lui di scatto. Ne dubiti? No, ora egli è felice. È tanto innamorato! Speriamo che duri sempre. NICOLETTA si alza. Speriamo.

, cara. È un romanzo? , anima mia. Deve essere bello. Io ho letto pochissimi romanzi ella concluse, posando il libro. Guardò nuovamente i volumi nello scaffale: Ci mettete molto tempo per scriverne uno, di libro? Per lo più, molto tempo. Ah! ella disse, chinando nuovamente gli occhi. E siete solo quando scrivete? Solissimo. Qualunque rumore mi turba.

Mia madre si era inginocchiata a pregare, posando prima, su le fronde della siepetta di bosso che circondava il monumento, il ritratto di Fausta.

A settantacinque anni posando in pieno inverno per un busto nello studio dello scultore Villareale, si era buscata una punta, e il 20 dicembre del 1815 cessava di vivere per peripneumonia biliosa.

Poni mente al giorno più lieto de' tuoi anni, perché in quel giorno morrai. Mi ricordo sempre queste parole che udii una volta, predicate sul pergamo nella chiesa di Sant'Ignazio a Madrid da un vecchio gesuita. Questo è il giorno più lieto de' miei anni; temo che se noi esciamo di qui, la morte ci colga. Poi susurrò, posando il capo sul seno d'Elisenda: È così dolce la vita!

O caro... proruppe con immensa effusione di affetto quel buon uomo d'uno zio d'America, posando un bacio lungo sulla testa del giovine, come se con quel bacio deponesse tutto il fardello de' suoi vecchi dispiaceri. E le lagrime uscirono molli dagli occhi a tutti e due.

Nella disperazione dello spirito balzò dal letto e si spinse verso la porta. Era chiusa. Allora un orribile pensiero le balena nella mente, si slancia alla finestra, tenta sforzarne i serramenti ma questi pure resistono alle sue deboli forze. Affranta dall'angoscia s'abbandona sopra una sedia, posando il capo sulle braccia e le braccia sul tavolo.

Roberta indugiò un istante a contemplarla, tra il rispetto e l'invidia; ma mentre stava per tornare alla sua camera, rammentò d'averla lasciata oscura, e si decise. Emilia, disse cautamente, Emilia, Emilia.... posando una mano sul braccio della sorella e pensando che se qualcuno avesse chiamato lei Roberta nella notte, ella avrebbe gettato un grido spavento.

Ma ella cantava dovunque, sempre, appena le domandavano di cantare, posando il suo manicotto o il suo ombrellino, levando la testolina dal colletto di pelliccia che ornava la sua mantellina, come un uccelletto canoro che vive del suo canto e morrebbe, se non cantasse.

Ringraziamo Dio che non sia stato peggio mormorò Massimo, posando e dimenticando la sua mano pesante sul ginocchio di lei. E il barone? chiese il Cresti. Si comportò con perfetta cortesia, volle partire, se non quando seppe che l'operazione era riuscita bene. E com'è lo spirito del povero ragazzo? Buono. Ride, scherza, fuma. Ha sopportato l'operazione con mirabile fortezza. Senza cloroformio?

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