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Aggiornato: 15 giugno 2025
Se questa dovesse essere l'ultima nostra notte, ho la croce che si è tolta dal seno per me.... Senza questo viatico non avrei trovato la forza di lasciarla.... Ma vorrei ancora.... A voce più bassa, dopo una pausa, compì il suo pensiero: Vorrei portarmi la sua immagine e i suoi fiori con me.... A tavola, matto! Il pranzo fu servito rapidamente.
Un dì esclamai: "Squisita "Dev'essere una lepre col vin di Mercatello!" Ei rispose: "Domani porterò questo e quello." "Baje!..." dissi ridendo, "Tu una lepre?... Non sai "Che soltanto d'Urbania col Signor ne mangiai? "Tu portarmi una lepre? Tu pezzente e meschino? L'indomani egli venne colla lepre e col vino!.. "Ah!... Io sono un'infame!
Io non potrei salire sul Suo sepolcro diss'ella sorridendo. Fui sul punto di domandarle se, quando fossi morto, vorrebbe portarmi un fiore. Ero troppo agitato; non lo seppi dire. Mrs. Yves mi domandò se mi piacerebbe ancora di esser sepolto lassù, risposi che in quel momento non lo sapevo io stesso.
Cane!... Assassino!... Baciarmi la mia donna! Portarmi via la dolcezza di quella carne! Godermi quel corpo, mio, mio! E dopo, come niente fosse, piantarmi qua col grosso podere sulle braccia, vedendo che non potevo bastare ai lavori! E spogliarmi di quella poca roba con la scusa della spartizione!... Cane!... No. Caino!... Tu possa morire senza dire «Gesù» e bruciare per l'eternit
Sì, lo vediamo. Ed egli, teso sempre il dito, aggiungeva: «A cui di voi si sente capace di portarmi i tre aquilotti...» O come sapete, io interruppi, che ci hanno tre aquilotti nel nido? Perchè gli scorgo distinti con le piume saure dorate.
Quando la porta della casa gialla fu chiusa, Marta si strinse al braccio di suo marito. Ti sei annoiata un pochino? chiese egli ridendo. No, ma desideravo trovarmi sola con te. Mi pare che tutti gli altri abbiano a portarmi via qualcosa del mio Alberto, perchè tu sei mio, non è vero? Oramai, se anche non volessi, è cosa fatta.
Fosse una trama ordita da lui? Ah! potessi sapere che cosa avvenne di Marzio! Eccellenza, proseguì il garzone, se ha cosa da comandarmi rimango; altrimenti non vorrei riuscirle importuno... No, figlio mio; ti ho chiamato perchè tu veda portarmi un po' da mangiare... Subito, Eccellenza; e andava. Senti, vieni qua; adesso fa giorno, o notte? Notte, perchè senza lumi qui non ci si vedrebbe.
Carmina, colomba mia, fa' di portarmi subito il cioccolatte e i biscotti, perchè tu intendi che stamani mi tocca a fare petto di bronzo; ed io ho provato, che se sto digiuno mi casca il cuore. Anima mia, andate al banco che vi accomodo in un baleno...
Dimmi un poco: ti par cosa convenevole che tu, nato e allevato in casa mia e sempre ben trattato, m'abbi tradito nel modo che hai tu fatto? MASTICA. Io traditore? questo non si troverá mai. SENNIA. Portarmi un prosontuoso dinanzi, con dir che sia mio figlio per farlo adultero di mia figlia! MASTICA. Oh! che io perda l'appetito per dieci giorni e il gusto del vino se so nulla di ciò che dite.
Ed ella gli scrisse: «Non posso lavorare. Sono sommersa da un'onda d'indicibile tristezza. Un chimerico desiderio che non ha nome, si abbatte su me, e mi distrugge. Oh, mio amico diletto, prima di partire, venite a portarmi via! Riportatemi in Italia, e chiudetemi in qualche asilo fiorito e solitario, dove io possa riudire la voce della mia fantasia riparlarmi nel linguaggio di mia madre. Mi sembra che colla dolce cadenza latina, anche la voce dell'estro perduto si risveglier
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