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No, no: un tanto pericolo vogliamo dividerlo con te. Ah ! E i fratelli che hanno bisogno del nostro soccorso, li lascerete voi senza ajuto? Andate! non perdete tempo; andate a portar loro dei fucili. Ma tu come farai? Accenderò questo pezzo d'esca, poi lo porrò vicino alla polvere. Ma tu ti esponi così a una morte quasi sicura.

TRINCA. bisogna mostrar tanto affetto, che paia affettato. ATTILIO. Che faremo del parasito che, s'almen non ci impedisce, ci differisce? EROTICO. Che del capitano? TRINCA. Lasciate fare a me, che fra il parasito e il capitano, e ambidue col padrone ci porrò tanta zizania, che scompigliarò e porrò sossopra quanto s'è fatto.

Al mio fallire ammenda fian lieve i detti, è ver; ma in fama forse tornar potrammi alto morire. NER. In fama io ti porrò, qual merti...

Orsù, egli non c'è tempo da perdere; disse Antonio Porro. Madonna, vi prego, annodate le lenzuola del letto, il copertoio, quanto vi capita alle mani. Io faccio la via. E si volse alla finestra dell'anticamera di Galeotto, nella quale si erano in quel trambusto ridotti. Una inferriata diritta ne chiudeva il vano.

Ti porrò bensí innanzi ne' primi capitoli alcune cognizioni dell'antico valore de' metalli e delle monete, ed altre notizie erudite, che, se avido sei d'intender subito i fondamenti delle mie opinioni circa lo stato presente delle cose, ti sembreranno forse un poco lontane dall'intento principale.

66 Disse la fata: Io ci porrò il pensiero, e fra dui te li darò espediti. Discorre poi tra , come Ruggiero, e dopo lui, come quel duca aiti: conchiude infin che 'l volator destriero ritorni il primo agli aquitani liti; ma prima vuol che se gli faccia un morso, con che lo volga, e gli raffreni il corso.

GIACOMINO. Pártiti or ora con quella prestezza che si richiede al mio desiderio, ché la prestezza e diligenza è madre del buon esito delle cose. CAPPIO. Entrate, ch'io provedendomi d'alcune cose per il viaggio, mi porrò in camino. ANTIFILO. Ma non è Lardon quel che veggio, o forse il desiderio me lo fa cosí parere? LARDONE. Lo vedi veramente; e v'ho servito secondo il vostro desiderio.

I conti Luigi Porro e Giovanni Serbelloni recaronsi alla sera del 20 nel quartier militare detto di Santa Marta, e gridarono entrandovi che le cose erano ite meglio di quel che potessesi ragionevolmente sperare. Con ciò intendevano a dire, certamente, che il furor della plebe erasi appagato d'una sola vittima. Pochi momenti dopo uscirono da quel quartiere e dalla citt

Lavoro, tuttavia, che basta ad una fama di giurista. Ripeterò di esso il chiaro giudizio d’un avvocato che al Majno fu fratello d’anima, Eliseo Porro: «Il Commento al Codice Zanardelliano è il risultato e il prodotto di tutta la probit

Se vi dovesse spendere tutta la mia robba, io il porrò in mano del boia. FILACE. Padrone, ho ritrovato costui nascosto con le vesti di Melitea. MANGONE. Ecco qui il ladro, ecco qui l'assassino, che ancor tiene adosso le vesti di Melitea. DOTTORE. Mangone, da costui si potrá sapere il fondamento del fatto. MANGONE. Vien qui, traditore; onde hai tolte le vesti, ove è colei a cui le togliesti?