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Aggiornato: 2 giugno 2025


veggendo Roma e l’ardüa sua opra, stupefaciensi, quando Laterano a le cose mortali andò di sopra; ïo, che al divino da l’umano, a l’etterno dal tempo era venuto, e di Fiorenza in popol giusto e sano, di che stupor dovea esser compiuto! Certo tra esso e ’l gaudio mi facea libito non udire e starmi muto.

Ecco gli eroi. D'intorno a quel gigante Trofeo di gloria, per lo piano immenso, Vario di cor, di lingua e di sembiante, Corre, brulica, ondeggia il popol denso. Gi

Tu piega e va: la via del trono è chiusa; Sorge ne l'ira il popol tuo rubello; Gente vedrai, che lo tuo scettro accusa, Far tue vendette con l'oprar suo fello: Gente, che, al regno e a servitù mal usa, Predica in piazza, e traffica in bordello; Sovrani, che saran servi al più destro, Frolli eroi da polenta, o da capestro!

E veramente i neri nel Croato e nel Bonapartesco trovavan sempre i liberatori del ventre, minacciato dallo sdegno e dall'insofferenza di questo popol tradito!

Hai tu veduto maschera a Venezia, vestita da corrier con la scuriada di nerboforte, a far quella facezia d'un quarto d'ora lunga in sulla strada, che mena il braccio e scoppia; e quell'inezia, per quanto dura, il popol tiene a bada, e poi molto erudito il manda via, siccome Marco di filosofia?

In tanto Folco in belle spoglie ardente I suoi seguaci a ben disporre attende; Ei li congiunge a ripa, ove un torrente Tra sassi dissipati aspro discende; Quivi lo stuol de la non molta gente A' Turchi in fronte quanto può distende; Sta Spagna al destro, Italia al lato manco, E nel mezzo ripone il popol franco.

Ben scegliesti: partito altro non hai, che svelarti qual sei: far chiaro appieno a Roma, e al mondo ogni delitto tuo; me discolpar presso al mio popol, darti qual t'è dovuta, con infamia, morte. SENECA Piú non mi pento, e fu opportuno il punto. OTTAV. Nerone, appien giá sei scolpato; godi. Giá d'esser stata tua, d'averti amato, data men son debita pena io stessa. NER. Pena? Che festi?

Ricòrdati, ricòrdati: e il tuo grido sia come uccello di selvaggio nido; come popol che irrompe a la battaglia, come fiamma che incendia la boscaglia: dica a la terra: Salvezza non v’ha se umiliata è la maternit

Che' le citta` d'Italia tutte piene son di tiranni, e un Marcel diventa ogne villan che parteggiando viene. Fiorenza mia, ben puoi esser contenta di questa digression che non ti tocca, merce' del popol tuo che si argomenta. Molti han giustizia in cuore, e tardi scocca per non venir sanza consiglio a l'arco; ma il popol tuo l'ha in sommo de la bocca.

Con legge uguale Il benefico Sol dispensa a tutti Il vivifico suo raggio, ed uguale Splende, come il Sol, l'anima in tutti. Tal sia la legge e la giustizia! Uguale A tutti ognuno, e uguale a ognun sian tutti; Tutti un nome, un pensier, tutti un'insegna: Il popol Dio, che a Dio somiglia, e regna!

Parola Del Giorno

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