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Aggiornato: 5 giugno 2025
E sia.... gli rispose il Palavicino; e attirato ancora dal funesto pensiero della madre: Dunque tu hai detto ch'ella sta nella cappella di San Martino? Ponete da parte questo doloroso pensiero. Dimmi, io vorrei vedere dov'ella fu seppellita! Non fate, marchese; lasciate questo doloroso pensiero....
VIRGINIO. Orsú! Andate a casa, voi altri, e ponete giú l'armi e portatemi la mia veste. PEDANTE. Fabrizio, viene a conoscer tuo padre. VIRGINIO. Oh! Questa non è Lelia? PEDANTE. No; questo è Fabrizio. VIRGINIO. O figliuol mio! FABRIZIO. O padre, tanto da me desiderato! VIRGINIO. Figliuol mio, quanto t'ho pianto! GHERARDO. In casa, in casa, ché tu sappia il tutto.
SQUADRA. Io non so se non portagallina. TRASILOGO. Sai maneggiar questa spada a due mani? SQUADRA. Meglio assai quella a duo piedi; però seria bene che mi locaste nella retroguarda. TRASILOGO. Quel loco è del capitano acciò possa soccorrere dove è il bisogno, e dietro questo cantone sosterrò l'impeto della battaglia. SQUADRA. E voi, savio, vi ponete al sicuro.
Ponete mente, padrona; diceva egli; avete baciate due guance, su cui oggi appunto si sono posate le labbra della vostra regina. Signore Iddio! è vero questo? Come è vero che qui c'è un castigliano per lo scotto. Vi rifaccio il resto, signor conte. No, cara; anzi, eccone qui un altro, per fargli compagnia. I castigliani si annoiano, da soli.
E pensate voi che poche concessioni addormentino i popoli, o non piuttosto ch'esse svelino la debolezza dei dominatori? Pensate che rimovano per lungo tempo quell'occasione o non piuttosto l'affrettino? Siete cinto da tutte parti di paesi italiani, che anelano al momento di ritentare le vie fallite una volta per inesperienza di cose, per tradimento straniero; e sperate che manchino occasioni? Ponete che essi afferrino il tempo; e, o le armi tedesche non verranno a combatterli e il contatto di terre libere sommover
DON IGNAZIO. A tutto provederò ben io: mandarò il mio cameriera ché proveda quanto fia di mestiero. EUFRANONE. Quando verrete a sposarla? DON IGNAZIO. Vorrei venir prima che partirmi da voi. Ma perché l'ora è tarda, verrò domani all'alba: ponete il tutto in ponto per quell'ora. EUFRANONE. Si fará quanto comandate.
Dicevasi di lui che la mira dell'archibugio l'avesse posta bene più d'una volta; ma le erano memorie lontane più di quarant'anni; e di quelle sue ribalderie, egli ne dava carico a personaggi di fantasia, o al suo padrone. Adesso raccontava di costui la mala morte; e diceva ai villici, tutti orecchi ad ascoltarlo: «Era un vecchio, ponete come sono io, ma robusto e prepotente.
È comune il dolor nostro: ogni giorno la moglie di un marino, l'armatore di un mercantile ed il mercante stesso hanno un egual dolore. In quanto al nostro miracolo che tale è l'esser salvi, fra milïoni d'uomini ben pochi posson parlare come noi. Ponete dunque sulla bilancia, o mio buon sire, la tristezza e il piacere. In grazia: basta! Riceve le consolazioni come una minestra fredda.
Non vi è che un mezzo per salvarlo, esclamò il visconte balzando dal confessionale e correndogli dietro; egli è tanto sensibile al suono delle campane.... Dio voglia che queste gli tocchino il cuore! Ed ora, lettori, ponete ben mente alla situazione dei singoli personaggi.
Ah signore! la tentazione è grande; ma io temo commettere un grossissimo peccato... Li volete, o non li volete? Ma mi lasci riflettere. Non è mica cosa da niente uno scrupolo di peccare, per un parroco che ha la cura delle anime... Ebbene; ponete tutto a debito dell'anima mia. Tanto io ho conto lungo col paradiso... Ah! li prenderò...
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