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Quando s’accorser ch’i’ non dava loco per lo mio corpo al trapassar d’i raggi, mutar lor canto in un «ohlungo e roco; e due di loro, in forma di messaggi, corsero incontr’ a noi e dimandarne: «Di vostra condizion fatene saggi». E ’l mio maestro: «Voi potete andarne e ritrarre a color che vi mandaro che ’l corpo di costui è vera carne.

DON IGNAZIO. A tutto provederò ben io: mandarò il mio cameriera ché proveda quanto fia di mestiero. EUFRANONE. Quando verrete a sposarla? DON IGNAZIO. Vorrei venir prima che partirmi da voi. Ma perché l'ora è tarda, verrò domani all'alba: ponete il tutto in ponto per quell'ora. EUFRANONE. Si fará quanto comandate.

Quando s'accorser ch'i' non dava loco per lo mio corpo al trapassar d'i raggi, mutar lor canto in un <<oh!>> lungo e roco; e due di loro, in forma di messaggi, corsero incontr'a noi e dimandarne: <<Di vostra condizion fatene saggi>>. E 'l mio maestro: <<Voi potete andarne e ritrarre a color che vi mandaro che 'l corpo di costui e` vera carne.

E questa è la ingiustizia e il falso giudicio de' quali è ripreso el mondo e sará ripreso ne l'ultimo del giudicio. E questo volse dire la mia Veritá quando dixe: «Io mandarò el Paraclito che riprendará el mondo della ingiustizia e del falso giudicio». Alora fu ripreso quando mandai lo Spirito sancto sopra gli appostoli.

Qui parla sopra quella parola che dixe Cristo quando dixe: «Io mandarò el Paraclito che riprenderá el mondo de la ingiustizia e del falso giudicio». E qui dice come una di queste reprensioni è continua.

Fi. Nobile horsù: non più: cotesto: è nulla Faren cusì tu rimarai qui a drieto Et io me n'andarò: godi: e transtulla Lassa lo affanno a me sta un poco quieto Che un messo tale a questa tua fanciulla Mandarò: che serai per sempre lieto Il qual ser

CLEMENZIA. Dico che tuo padre m'ha detto ch'io venga per te; e ch'io voglio che tu te ne venga a casa mia, ché mandarò pe' tuo' panni; e non voglio che sia veduta cosí, se non che dirò ogni cosa a tuo padre. LELIA. Tu farai ch'io andarò in luogo che mai piú mi vedrete tu egli. Fa' a mio modo, se tu vuoi. Ma non ti posso finir di dire ogni cosa. Sento che Flamminio mi chiama. Signore!

Mentre regnò con disarmata mano Il nobil scettro al popol suo fu caro, Ed ora in guerreggiar l'aspro Ottomano Con virtù non minor veste l'acciaro; Conforto dunque non sperando in vano Da l'uomo eccelso i Rodïan, mandaro, Perch'egli a la citt

e due di loro, in forma di messaggi, corsero incontr’ a noi e dimandarne: «Di vostra condizion fatene saggi». E ’l mio maestro: «Voi potete andarne e ritrarre a color che vi mandaro che ’l corpo di costui è vera carne. Se per veder la sua ombra restaro, com’ io avviso, assai è lor risposto: f

Quando s'accorser ch'i' non dava loco per lo mio corpo al trapassar d'i raggi, mutar lor canto in un <<oh!>> lungo e roco; e due di loro, in forma di messaggi, corsero incontr'a noi e dimandarne: <<Di vostra condizion fatene saggi>>. E 'l mio maestro: <<Voi potete andarne e ritrarre a color che vi mandaro che 'l corpo di costui e` vera carne.