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Aggiornato: 8 giugno 2025
Come la catena deve serrare al polso, l'ultimo anello è più largo e aperto per farvi entrare il braccio, che poi si appoggia ad una pietra qualunque, mentre con un'altra picchiando or su un estremo or sull'altro dell'anello, lo si chiude tanto che serri e non possa sortirne la mano. Per questa operazione Ferrari erasi dovuto inginocchiare, anzi dopo quasi sdrajare a terra.
Me ne tornavo a casa deciso di tentare la sorte, quando la Veronica mi venne incontro sulle scale annunziandomi che mio zio s'era messo a letto colla febbre. Deposi il mazzolino di fiori nella mia stanza, e corsi pel medico che condussi subito dal malato. Il dottore lo conosceva da molti anni, lo esaminò attentamente, e toccandogli il polso lo interrogò.
E per avvalorar la sua testimonianza, acciò messer lo Commissario regio e gli altri scettici dell'adunanza non s'incocciassero nel negare, la si chinò modestamente, con tutta modestia, e sollevando un lembo appena della veste prolissa e tanto lievemente che a stento venne scorta la punta delle scarpette ricamate, sciolse la giarrettiera; e se la ravvolse intorno al polso sinistro e v'impresse un bacio.
Io e mio fratello trasportavamo la culla che pareva una bara. Ma alla luce lo spettacolo era più atroce: a quella fredda luce candida della neve diffusa. E mia madre: Ecco muore! Vedete, vedete: muore! Sentite: non ha più polso. E il medico: No, no. Respira. Finché c'è fiato, c'è speranza. Coraggio! E introduceva tra le labbra livide del morente un cucchiaino d'etere.
Lo preferisco disse il cieco. Sentiamo il polso.... vediamo la lingua.... a meraviglia.... a meraviglia.... E sar
Gli venne estratta la notte stessa ed egli rimase l'eroe incontrastato dell'avventura. Il Principe venne a trovarlo nello stanzino del portinaio; s'accostò al letto, disse un sonoro «bravo», e cacciò la mano sotto il lenzuolo per sentire il parere del polso. C'era un po' di febbre, naturalmente, ma nulla di grave.
Lì, nel gruppo dov’egli stava, eran due giovani donne spagnole, vestite ugualmente, ugualmente oppresse da un orribile cappellone di paglia, con il polso carico di braccialetti rumorosi e che portavan agli orecchi, ciascuna, due larghi e pesanti cerchi d’oro.
LELIA. Dico ch'è il cuore che mi duole. FLAMMINIO. Ed a me, forse, molto piú. Tu hai perduto il colore. Vattene a casa: e fatti scaldare qualche panno al petto e far qualche frega dietro alle spalle; ché non sará altro. Io sarò or ora lá e, bisognando, farò venire il medico che ti tocchi il polso e vegga che male è il tuo. Dá' qua, un poco, il braccio. Tu sei gelato. Orsú! Vattene pian piano.
La terza donna della comitiva era la sua cameriera, tanto bellina e tanto giovine quanto la contessa invano pretendeva di essere ancora. Ho detto contessa, poichè sopra il suo astuccio per le sigarette, legato al polso, figurava una corona di diamanti con nove punte. Nelle case da giuoco e negli alberghi eleganti è difficile incontrare personaggi che non portino titoli di nobilt
Vuoi il ghiaccio? Devo prepararlo? ella domandò, scuotendosi e avvicinandosi. Ma a quel ricordo della malattia antica, Roberta alzò faticosamente le palpebre e negò con la testa. Emilia le toccò il polso, la fronte, le tempia. È fresca; non ha febbre. Non ha mai febbre, mormorò, quasi parlasse con le visioni di certezza ch'erano intorno. È la febbre, da temersi.
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