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Aggiornato: 28 giugno 2025
Maggio gliene portò un altro, e le increspò sulla nuca i fini capelli. Giugno le tolse i bavaglini e le diede un sorriso a fossette, copiato da quello di Valeria. Luglio le mise sulle labbra una parola o due. Agosto la piantò dritta ed esultante, con le spalle al muro; e Settembre la mandò coi piedini barcollanti a cadere nelle braccia tese della mamma.
Soltanto quando faceva qualche esercizio assieme al fratello non si ribellava; egli la prendeva delicatamente, si sdraiava in terra e poi colle gambe in aria, i piedini di lei appoggiati sui suoi, girava intorno come una ruota, e quand'era stanca apriva le braccia, ed essa spiccava un salto e cadeva in grembo a lui con tanta grazia che tutti applaudivano.
Ma il più bel fiore era Metilde, quella bella bionda, leggiadra, snella ed eterea come un angelo dipinto da Morelli. Con quei capelli d’oro e quegli occhi turchini, quella vita di vespa, quell’incesso leggiero di silfide!... quando muoveva agilmente sul pianoforte le dita affusolate, Silvio restava estatico a contemplarla, quando in un giro di valzer essa scopriva gli stivalini arcuati che calzavano i suoi piedini eleganti, egli si tirava indietro per paura di toccarla, tanto gli pareva una divinit
Sì sì saltò a dire Lucilla battendo i suoi piedini con un movimento d'impazienza. Farò la Penelope. Non ischerzare, Lucilla, te ne scongiuro. La vita è seria.... Eh me ne accorgo. Vuoi vedermi triste, ingrugnata....
Nora, coi due che le tenevano dietro, camminava sempre ritta, composta, senza mai voltarsi, col passo ritmico e sicuro, col rotolo della musica sotto il braccio, alzando un po' le vesti colle piccole mani inguantate, mostrando i piedini, che parevano lunghi tanto erano sottili, nella scarpettina elegante, scoprendo a quando a quando, fra il rapido volteggiare delle sottane bianche, il morbido assottigliarsi della gamba nella calzetta nera.
La mattina egli la passava presso di lei; seduto sulla sedia dove ella appoggiava i piedini, scherzando con i gomitoli di lana che le servivano per il ricamo, parlandole a voce sommessa, mentre la madre andava e veniva per le stanze. Non arrivavano mai visite, la camera era silenziosa, piena di luce e di sole; dei fiori erano messi qua e l
(con un accento di celia malinconica) Lo so. Non c'è' pericolo che i vostri piedini mi uccidano, perchè io sono gi
Era un ombrello scolorito, vecchio, goffo, ridicolo, un di quegli ombrelloni che si vedono talvolta a qualche vecchio e buon prete campagnuolo. La Livia, a quella vista, si ebbe a sbellicar dalle risa. Era tanto grande, tanto grande, che pareva camminar solo, con l'aiuto di due piedini mal calzati, di cui la nostra curiosetta non poteva scorger che le punte.
Nancy trasse a sè la coperta del letto e ne avviluppò i piedini nudi della sua bambina. Poi mise un braccio intorno alla smilza figuretta bianca. L'ultima nota, lunga, acuta, dolorosa, vibrò e si spense. Soltanto allora Anne-Marie si mosse. Coprì il viso colle mani e scoppiò in pianto. Ma cos'hai, ma cos'hai, angelo mio? chiese Nancy, angosciata, stringendosela al cuore.
È morto? È morto? gridava mia madre, non udendo più il rantolo, vedendo apparire intorno al naso un lividore. No, no; respira. Avevano accesa una candela; e la reggeva una delle donne; e la fiammella gialla oscillava a piè della culla. Mia madre subitamente scopriva il corpicciuolo per palparlo. È freddo, tutto freddo! Le gambe s'erano affloscite, i piedini erano diventati paonazzi.
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