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Aggiornato: 19 luglio 2025


PIRINO. Te ne prego e straprego. PANFAGO. Or che dici bene, perché lo schiavo deve pregar il padrone. PIRINO. Ecco la casa. Chi dimandate? PANFAGO. Sète voi Mangone? MANGONE. Io son mentre Iddio vòle. PANFAGO. Voi siate il ben trovato per mille volte, padron caro; perdonatemi se, non conoscendovi, primo non vi ho salutato.

L'amore per me può essere tutt'al più, come voi dicevate, un episodio tempestoso. «Ho lungamente lottato fra la ripugnanza ad ingannarvi, e la paura di darvi un dolore. «Perdonatemi e compiangetemi! Darei dieci anni della mia vita per sapervi felice. «Spero per voi nel tempo, nella lontananza, e più più ancora nell'effetto morale che la mia condotta deve fare sul vostro animo. «Perdonatemi!

PARDO. Io non vorrei che la lingua fusse differente dal core. EROTICO. Cavata mi sia la lingua insieme col core, se non è vero quanto io vi dico. PARDO. Perdonatemi, se ne dimando con tanta instanza, perché dubito che, per qualche sdegno o martello passato tra voi, vogliate tor mia figlia.

È impossibilesclamò Emilia; «ma perdonatemi, signore, non so quel che mi dico; perdonate al mio dolore: io credo, e debbo credere che foste male informato: il cavaliere ha senza dubbio nemici che hanno esagerato questi rapporti. Vorrei crederlo, ma nol posso; mi son deciso a parlarvene soltanto per l'interesse che prendo alla vostra felicit

A un tratto, si rivolse tutta mutata: Perdonatemi, Giovanni: ho avuto un accesso di cattiveria. Tanto, per non cambiare ed egli ebbe un pallido sorriso. Sono cose che restano, a filoni, nell'anima. Ma l'anima è così cangiata! Così? e la tenerezza velava l'incredulit

E come io la interrogavo con gli occhi, non sapendo che cosa mi stesse per capitare addosso, ella soggiunse prestamente: Ebbene, ecco, io non volevo esser disegnata proprio io, perdonatemi... E chi? Ella volse lo sguardo al lettuccio, confusa. Allora m'accorsi che nel lettuccio c'era qualche cosa. Un piccino.

Perdonatemi dunque, o signora, e siate felice. Un giorno, pensando allo scomparso amico, non ricorderete ch'egli.... che il suo affetto vi abbia mai cagionato un dolore.... Legga pure il Percy questa frase, e sorrida, se gli d

Ed è triste, sapete!... Non avrei mai creduto di dover lamentar gli anni così presto... Mi sento proprio vecchio... Dovreste rimandar la vostra partenza, dacchè non c'è più vostro nipote. Poh! Per farmi piacere. No, è meglio che vada. Per distrarvi? E... anche... Grazie... non è il secondo complimento questo... Perdonatemi, non so dove m'abbia la testa... buona sera. Tornerete a salutarmi almeno?

sforzandosi a rifiutare. No, no, lasciatemi andare. Non merito più nulla. La mia vita è finita da un pezzo. Devo proprio mettermi una vecchia cuffia in testa per persuadervi a ragionare? Nicolò accetta il bicchierino. Se vi ho offeso perdonatemi. Voi avete per errore messa una punta di ferro sopra una cicatrice e io ho gridato di dolore. Ma ora è passato. Qua.... Lo fa sedere e siede anche lei.

«Noi ci sposeremo fra otto giorni a Torino, e partiremo subito per Vienna. Non vi vedrò forse mai più. Perdonatemi d'avervi cagionato un dolore, forse un rimorso, coll'ultima mia lettera. Ora è passato, come passa tutto. Come il nostro folle amore, come la freddezza di Welfard, come la mia disperanza. Addio, Max.

Parola Del Giorno

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