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Aggiornato: 19 giugno 2025


Come! Ridete? disse Maria, mortificata. Perdonatemi, duchessa; ma se sapeste che buona notizia ho ricevuto da questa lettera! Voi? , io. Aspettate, e poi mi direte se non ho ragione di essere contento. Così dicendo, Giorgio, tolta una lettera dal suo portafoglio, cominciò a leggere di nuovo e ad alta voce: «Carissimo nipote, «Parto fra otto giorni e vado a Parigi.

Perdonatemi, Matilde, gridò egli allora, gettandosi ai piedi della contessa ed afferrando la sua mano che non istette molto a bagnare di lagrime; ma io soffro, vedete?... Io penso che questa sera andrete a quella festa appoggiata al braccio del conte Alerami, che egli vi far

«Signora, Perdonatemi! Io partirò senza venire a dirvi addio. In verit

Voi siete un guastafeste, Pietrasanta; disse la Ginevra, con un accento che imparadisò il giovine Aloise; le dame escono a passeggio; e voi rapite loro i cavalieri. Perdonatemi, signora; parlavo ad Aloise di un mio negozio piuttosto grave.... Parlatene a me! entrò a dire la Giulia. Le donne ci hanno spesso di buoni consigli in serbo.

Signora, perdonatemi! ripigliò, giungendo le palme. Ho io detto scoperto? Volevo domandare se si sospetta per avventura di lui. Sono una povera fanciulla; non so parlare a modo. Abbiate compassione, madonna. Io non ho che un presentimento di sventura; forse un'ubbìa di donnicciuola, come quella che mi avete detta poc'anzi. Ma ve ne supplico, mia dolce signora, non ridete de' miei timori; dormite questa notte nella mia camera... È un luogo più sicuro, e nessuno penser

E perdonatemi, se qualche dispiacere v'ho io fatto, non conoscendovi, perch'io ne son pentitissimo e accorgomi dell'error mio. LELIA. Non potreste voi, signor Flamminio, aver fatta mai cosa che a me non fusse contento. FLAMMINIO. Clemenzia, io non voglio aspettare altro tempo, ché qualche disgrazia non m'intorbidasse questa ventura. Io la vo' sposare adesso, se gli è contenta.

«Perdonatemi, Emiliaripigliò egli, «tutte le inquietudini che vi ho cagionate. Pensate talvolta al povero Valancourt, e ricordatevi, che la di lui sola consolazione sar

PANURGO. Fate quel che vi piace: non so che farvi. Perdonatemi, ho da fare a casa. Deh, se posso trovar uomo che me lo facci conoscere, se non il farò pentire d'aver posto piede in Napoli, voglio essere sbranato in mille parti! ESSANDRO. Ancora che fusse in mezzo un essercito de nemici, farò tal scempio di lui che non vo' che lasci segno alcuno d'esser stato nel mondo.

ARTEMISIA, SULPIZIA giovane. ARTEMISIA. Signora Sulpizia, vi bacio le mani. SULPIZIA. O signora Artemisia, perdonatemi, ché non v'avea visto. ARTEMISIA. Avete forse l'animo ingombrato di qualche travaglio, poiché non vedete le persone che vi stan dinanzi?

Toglietemi questo avanzo di vita, toglietemi da tanta miseria: qua non lenti consigli di vecchi ma uno espedito decreto ché muoia; e voi sète reo giudice e inumano, se non volete che con la morte finisca la mia miseria. E perdonatemi se non uso con voi quelle parole rispettevoli che a voi si devon per ogni ragione.

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