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Aggiornato: 9 giugno 2025


Andate subito pel fabbro ferraio, e non si perda tempo; disse il marchese Antoniotto al servo, che incontanente si mosse. E intanto che Ella aspetta, voglio farle vedere un discorsetto che sto preparando pel Senato. Ho scritto tutt'oggi, e non sono scontento de' fatti miei. Sentir

Andiamo insiemi a bevere un'ostaria alla foglietta de greco. CECA. Non posso, adesso. Recomandame al tuo mastro, sai? MALFATTO. Vòi ch'io li dica altro? CECA. Digli che se ne perda el seme d'un tristo corpo. MALFATTO. Basta. Gli dirò che tu voresti che te mettesse el seme in corpo. CECA. El malanno che Dio ti dia, bestia! MALFATTO. Te nne vai, eh? Voglio venire ancora io.

Ma in Regno non vi è questo, come si è detto, e l'estrazione in Regno si faria a altro rispetto che per il guadagno; vi è parte in Italia che, portandosi, non si perda, e il principale timore dell'estrazione, che genera danno necessariamente, è per l'entrate e industrie di forastieri, che per tale rispetto la proibizione si è approbata in Regno, essendo reprobata generalmente; e, facendosi l'estrazione per tal rispetto, poco giova il sbassare di peso, perché ognuno si contenta perdere meglio diece per cento che tutti li cento, il remedio del cambio giovaria: lo che non discorro per non dilatarmi fuora di proposito.

EROTICO. Io perda la vista degli occhi miei, se per altro gli ho a caro, che per mirar la sua bellezza, e se posso mirar altro che lei. BALIA. Vi ricorda che se ben non è bella come Cleria, che voi ne sète cagione. Che se gli occhi suoi son scoloriti, e i giri d'intorno lividi, ricordatevi delle lacrime che l'avete fatto spargere, e quanto il sonno è stato lontano da loro.

Tu, Ronchilio, aspetta qui il vignarolo che esce di camera, fingi esser amico di Guglielmo, dágli questi dieci ducati con dir che gli dovevi dar a lui, per fargli piú credere che sia Guglielmo. RONCA. E volete che io perda i dieci ducati? ALBUMAZAR. Quali? che asino! Tu, Arpione, con quel braccio contrafatto toglili.

, , lasci pensare a chi tocca. E lei, signor abate, non perda tempo, metta sul registro nome, condizione della giovine, giorno, eccetera: tutto poi sar

Quell'ordine le sembrava tanto strano, che non sapeva decidersi. Nondimeno la paura di dover ritornare senza vedere colui che tanto amava, fece che si arrese. Ella presentò la testa ad El-Mactud che gliela bendò strettamente togliendole la vista. Quasi subito in lontananza s'udirono rullare le darabùke e squillare le trombe. Dove andiamo? chiese l'almea con ispavento. Ho paura che tu mi perda.

PROTODIDASCALO. Será come l'acqua che spruzza il fabro ferrario su' carboni per fargli piú flagranti ed escandescenti. LAMPRIDIO. Non fará il tuo dire ch'io perda la sua grazia, poiché l'ho acquistata. PROTODIDASCALO. Oh miserrimo e deperdito te, che chiami acquisizion d'altri la iattura di te medesimo!

Tosto fur sovr'a noi, perche' correndo si movea tutta quella turba magna; e due dinanzi gridavan piangendo: <<Maria corse con fretta a la montagna; e Cesare, per soggiogare Ilerda, punse Marsilia e poi corse in Ispagna>>. <<Ratto, ratto, che 'l tempo non si perda per poco amor>>, gridavan li altri appresso, <<che studio di ben far grazia rinverda>>.

Oh! largite gli sieno Tutte le grazie che Virtù si merca; E quaggiù dove par la Sorte rida Svolgendo a suo talento Ogni merto, ogni vita ed ogni evento Non mai stilla si perda Della memoria sua santa e devota, Ma ne' suoi cari l'opra sua rinverda.

Parola Del Giorno

prorruppe

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