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Aggiornato: 12 giugno 2025
Io credo vi prendiate abbaglio, ed ho sentito dire invece ch'ella si affretti per genuflettersi al santo padre, e per impetrare la sua clemenza a pro del marito. Chi ve l'ha raccontata non dee di certo aver la testa sulle spalle. Da quando in qua s'è egli mai sentito dire che il paziente abbia supplicato pel boja? Da questo istante. Io non ci credo nulla però, e la vedremo.
Se tu mi ami, dunque devi guarire, devi essere calma, ubbidiente, paziente. Quando sarai guarita, quando sarai più forte allora.... chi sa! Dio è buono. Ella mormorò: Dio, abbi misericordia di noi. "In che modo?" Io pensai. "Facendo morire l'intruso." Ambedue alzavamo dunque un augurio di morte, anch'ella dunque non vedeva altro scampo che nella distruzione del figliuolo. Non v'era altro scampo.
E però non rompe il capo per inpazienzia, ma è paziente con fortezza e longa perseveranzia, che sonno amici de l'obbedienzia. Passa l'assedio delle dimonia, mortificando e macerando la carne sua, spogliandola delle delizie e dilecti, e vestela delle fadighe de l'ordine con fede e senza sdegno.
Un altro capolavoro del museo dell'Aja, è un quadretto di Gherardo Dov, l'autore della celebre Donna idropica, ch'è nel Museo del Louvre fra i quadri di Raffaello e del Murillo; uno dei più grandi pittori di scene intime della scuola olandese, e il più paziente tra i più pazienti artisti della sua patria. Il quadro non rappresenta che una donna seduta vicino a una finestra, con una culla accanto; ma in questa semplicissima scena, v'è una così cara e santa aura di pace domestica, un riposo così profondo, un'armonia così amorosa, che il più ostinato scapolo della terra non ci potrebbe fissar gli occhi senza sentirsi nel cuore un desiderio irresistibile di essere colui che manca ed è aspettato in quella stanzina quieta e pulita, o almeno di poterci entrare per un momento, anche di soppiatto, anche colla condizione di starci rannicchiato nel buio, pur di poter aspirare quel profumo di felicit
A tutto ciò attendeva Loreta, forte, instancabile, paziente. Amorosa come una figlia, come un angelo, resistente ad ogni strapazzo, ella non lasciava neppure per un momento la signora Chiara. Dormiva accanto a lei, nella stessa stanza, molte notti senza spogliarsi, attenta ad ogni chiamata. Quella vita di fatiche la sfiniva. Le tracce della stanchezza si dipingevano sul suo volto.
Costoro infatti non potevano immaginare che il presidente avesse il cervello a segno; imperciocchè il tormento delle cordicelle consistesse in infinite cordicelle sottili e taglienti, con le quali si avviluppava e stringeva il martoriato per modo, che recisi i nervi, le vene e le carni, il corpo di lui diventasse tutta una piaga; e compariva manifesto che non potesse applicarsi in cotesto stato alla paziente, senza volerla finire.
Il medico esaminò il povero giacente, gli applicò un orecchio sul petto, e rimase quasi un minuto oscultando; quando si rizzò, il suo volto non esprimeva nulla di consolante. Strinse forte il torace del paziente, lo scosse ripetutamente, poi oscultò di nuovo. Nella camera regnava un silenzio solenne. Tutti gli occhi erano fissi sul medico.
«Cavaliere, se la esaltazione del sangue derivata da finta sventura vi rese una volta facile all'oltraggio, e me per compassione paziente a soffrire, pensate che non sempre a voi sar
Dall'alto della forca con un braccio potente, Al segnale prefisso, ei ghermiva il paziente; Gli chiudeva la strozza col famoso lacciuolo; Poi, lasciata la vittima, ratto balzava al suolo E, con ambe le mani afferrati i ginocchi, Dava uno strappo... Il misero schizzava in fuori gli occhi Tremava in tutto il corpo; contorceva la faccia; Allungava la lingua; dibatteva le braccia;... Ma era affar d'un istante!... E il popolo plaudiva A lui che così presto d'una persona viva Sapea fare un cadavere!
Se ero tanto malata, come posso essere guarita d'un tratto? soggiunse Roberta, allentando il pugno e lasciandosi sfuggire i grani odorosi della gaggìa. E perchè Lei m'illude? Aveva nella voce qualche cosa umile e paziente, qualche cosa forse anco vile e trepida, non mai udita da Cesare nelle domande di lei.
Parola Del Giorno
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