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Aggiornato: 21 giugno 2025


Passate e cantate: passarono e cantarono le mamme vostre, precipitarono e tacciono: e le nonne e le bisnonne. Passate e cantate. Avete fiori nelle treccie? Fiori di cimitero. Avete gaia nota d'amore sulle labbra? De profundis.

A mezzo l'autunno mi venne in mente di comporre un romanzo. All'idillio non pensavo più, tra per l'essermi stato suggerito dall'altra signora, tra perchè trovandomi la testa piena di motivi non solamente patetici ma anche comici, il verso m'avrebbe fatto impedimento. Ne scrissi subito a Violet; le scrissi, mano a mano, le prime idee confuse che mi vennero e tutti i pentimenti per cui passarono, le ritrassi le figure vere da cui volevo prendere i miei personaggi. Oggi pensavo un modo di aggruppare e di sciogliere i nodi della azione, domani ne pensavo un altro. Le scrivevo tutto. Sapevo di guastare così l'effetto futuro del libro sopra di lei, ed ero appunto felice di sacrificare una soddisfazione perchè ella sapesse tutto tutto dell'anima mia, i miei tentennamenti, le aridit

Poi? Fummo divisi. Il destino, avverso al nostro amore, ci volle separati per sempre.... Passarono gli anni: non ci siamo rivisti mai più: di quell'antico sogno non restava che una traccia dolorosa nel nostro pensiero, come la memoria di una illusione svanita.... Ciò che avvenne di me, Ella lo sa. Loreta.... Se ebbe, per causa mia, un'ora cattiva nella sua giovinezza, ella seppe riconquistarsi il diritto alla felicit

Con noi passarono, risero, nel turbine d’una citt

Cesare partì di buon passo e Alberto si diede a passeggiare su e giù dal pilone al ponte, trovando eterni i minuti che passavano. E ce ne passarono in verit

I giorni passarono, meschini e rapidi. E Nancy imparò che si può campare fra gli stenti e lo squallore, che si può andare avanti a vivere nella brutta e sordida povert

Passarono il ponte Santa Trinit

Passarono sette mesi durante i quali Vincenzo ed Anna vissero insieme nella stessa casa, mangiarono insieme alla tavola istessa, la domenica andarono insieme alla messa, dormirono insieme nello stesso letto, senza dirsi altre parole fuori di quelle poche e precise che richiedevano i bisogni della vita.

Di tutta la notte che seguì non parlarono mai, non chiusero mai l'occhio l'un l'altra; passarono crudelissime ore orrendamente lunghe. Gina teneva gli occhi sbarrati, privi d'ogni espressione che non fosse un alto terrore; e il volto pareva, ad ogni minuto che trascorresse, incavarsele, spallidirsi vieppiù, improntarsi dei segni della morte.

Così passarono le settimane, e passarono i mesi. Aspettava ella? Aspettava ancora qualcheduno? Certo, una promessa solenne le era stata fatta, e chi stima ha fede, e chi ha fede aspetta. Ma venne il giorno 4 di ottobre, onomastico del signor Francesco Guerri, e l'aspettato non venne.

Parola Del Giorno

s'alceste

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