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Io vo’ saper se l’uom può sodisfarvi ai voti manchi con altri beni, ch’a la vostra statera non sien parvi». Beatrice mi guardò con li occhi pieni di faville d’amor così divini, che, vinta, mia virtute diè le reni, e quasi mi perdei con li occhi chini. Paradiso · Canto V «S’io ti fiammeggio nel caldo d’amore di l

«Prendetevela con la natura, Conte di Caserta, che mi ordinò in modo da ridere, dove altri piange. Ma parvi questa cosa da piangere, vedervi tutte le notti tormentarvi innanzi un teschio inanimato, che non può sentire le vostre bestemmie, o le vostre preghiere: può maledirvi, perdonarvi? Io ve lo ho gi

Io vo' saper se l'uom puo` sodisfarvi ai voti manchi si` con altri beni, ch'a la vostra statera non sien parvi>>. Beatrice mi guardo` con li occhi pieni di faville d'amor cosi` divini, che, vinta, mia virtute die` le reni, e quasi mi perdei con li occhi chini. Paradiso: Canto V <<S'io ti fiammeggio nel caldo d'amore di la` dal modo che 'n terra si vede, si` che del viso tuo vinco il valore,

Quis bagassarum similem scoazzam vidit Arena? Nulla Veronae meretrix Arenae peior Ancroia reperitur ista, heu! tapinelli poverique amantes, ite dabandam, ite luntani, moneo! Provator ipse crustarum putridae carognae ibit in Franzam. Pochi pendit istum quisquis avisum. «Pochi pendit» pro «parvi pendit».

Quante fossero le parole dette dalla Verdiana, e come pungessero acerbamente il Curato io tralascio; basti sapere, che il Curato piegò il capo e pregò mentalmente che se poteva farsi quel calice amaro, cioè Verdiana, fosse rimosso da lui; sospirò; si pentì ripetendo dieci volte l'atto di contrizione; deliberò rendere i ducati. Allo improvviso fissandoli, gli parvero i trenta danari di Giuda; e, spaventato dal fine di cotesto traditore, guardò tutto rabbrividito il fico dell'orto della canonica, e si scostò dalla finestra; ma nel punto in cui stava per darsi in balìa della disperazione, ecco balenargli un pensiero nella mente: esultò come Archimede, quando ebbe trovato il modo di conoscere se nella corona di oro avessero mescolato rame; si sarebbe per l'allegrezza dato un bacio, se con le labbra avesse potuto toccarsi le gote; e sollevando la testa umiliata, a mo' di cervo che ripresa lena continua la corsa, egli disse: Uditemi, Verdiana; voi avete parlato molto e male, Dio vi perdoni. E chi vi ha insegnato a pensare tanto tristamente del prossimo... di un curato... di me?... Parvi essere io stato, per tutto il tempo che vivete con me, cosiffatto uomo da meritarmi simili rabbuffi? E se nol fui, come da un punto all'altro di vino sarei diventato aceto? Uditemi. Dal campo ha da uscire la fossa. Io e Giannicchio scerremo gli embrici e i tegoli sani dal tetto della canonica, e gli adatteremo sul tetto della chiesa: alla canonica gli riporremo nuovi: potremo tagliare sei camicie alquanto lunghe, e quando ne occorrer

NARTICOFORO. Non mi potrete dar voi Ersilia, l'altra figlia? che parvi? refert sia l'una o l'altra, anzi mi piace piú di Cleria per non essere tanto formosa. PANURGO. Piacesse a Dio che fusse viva, ché saressimo fuora di questi intrighi! sono piú di quattro mesi che si morio. NARTICOFORO. Voi non me ne avete fatto parola mai.

142 S'io ti parvi esser degna d'una morte, conosci che ne sei degno di cento: e ben ch'in questo loco io sia forte, ch'io possa di te fare il mio talento; pure io non vo' pigliar di peggior sorte altra vendetta del tuo fallimento.