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GRANCHIO. Oh, come ha fatto bene a in non farsi battere e a me questa fatica di batterla, ché giá m'aveva sputato su le mani e stretto il pugno per gastigarla; e ne vien fuori una fantesca. NARTICOFORO. Ipsa est ipse ego, ipse tu ipsa illa. GRANCHIO. O bella giovane e da bene,... NEPITA. Sei ben un tristo tu. GRANCHIO.... di grazia, volgetevi a noi.

Antonio era entrato Rosa Rosæ, genitivo e dativo, Fedro e la grammatica dello Schultz: arnesi di pensieri, dei quali il più domestico e perito era, a tutto dire, Giacominus ipse!

Bartolomeo Fiesco prese i suoi fogli in mano; tossì, com'era di rito, e poi disse: Frate Alessandro li chiama i Commentarii di Cesare; ma egli s'inganna a partito. Cesare raccontava le cose da lui medesimo operate, e con tanta fortuna; io le cose che ho viste accadere, e non liete, pur troppo. Quæque ipse miserrima vidi.... Et quorum pars magna fuisti; aggiunse prontamente frate Alessandro.

Cinthi fili, inchinati reverenter. GERASTO. Questi è Cintio vostro figliuolo? PANURGO. Ipse est e vostro famulo ancora. GERASTO. Sii ben venuto, Cintio, figliuol mio. MORFEO. Ben ritrovato, padre ca... ca... caro. GERASTO. Come è cosí impedito della lingua, Narticoforo caro? come cosí sconcio della faccia? oimè, che puzza!

P ande tuae, Merline, fores spinasque catinae, V ernazzam gregumque simul corsumque bevandae T rade todescanae, donec se quisque prophetam R erum cognoscat venientum qualis et ipse est, E t quisquis cyatosque levat vodatque caraffas! T alia dum loquimur, somno demergimur alto.

Ipse gubernabat terram, quam diximus olim nomine Cipadam, gentemque illius habebat ad cennum prontamque armis habilemque bataiae. Praecipuos hinc tres elegerat ille sodales, quorum Cingar erat strictissimus alter Acates. Is veterem duxit Margutti a sanguine razzam, qui risu, quondam simia cagante, crepavit.

D ubbio non è che 'l mondo o in acqua o 'n foco V errá sommerso, quando la lor pace R otta sará, per sfare il mar, la terra, A llor che ' fermarsi il nono cielo N é piú rotarsi 'l sol con le sei stelle, T rarsi nel centro de la terra il mare. «Ipse quoque in fatis reminiscitur affore tempus | quo mare, quo tellus correptaque regia coeli | ardeat et mundi moles operosa laboret». OVID.