United States or Malawi ? Vote for the TOP Country of the Week !


E voi sarete sempre la più bella, la più cara delle donne: e io continuerò sempre a sfruttarvi, a perseguitarvi, a amareggiarvi.... Sarete sempre la mia vittima.... Può darsi che mi abbiate veduto più volte innanzi a voi, come un'umile ancella de' vostri sfrenati capricci, ma quanto vi costa?... Un patrimonio è passato dalle vostre nelle mie mani.... Per me son pagata e mi pagherò co' nuovi oltraggi, le nuove umiliazioni, che aspetto d'infliggervi.... Ma, per un altro istante, siate la mia padrona....

La sua sposa, appena ebbe partorito, stette male in modo, che dopo tre giorni di patimenti passò all'altra vita. Mentre i parenti e gli amici stavano intorno al letto della moribonda, il signor Fabio sparì un momento per recarsi nella stanza attigua dove giaceva in culla il bambino depostovi poco prima dalla nutrice come addormentato. Un sinistro presentimento lo aveva spinto a fare quella visita. Egli alza il velo che copriva la culla, guarda il bambino, gli posa una mano sulla fronte e la sente agghiacciata. Egli pure sente agghiacciarsi il sangue e mancargli le forze. La neonata creatura era morta. Nessuno si trovava alla custodia della culla, e quindi la sventura non doveva essere ancor nota. Il signor Fabio chiama a Leonardo, che stava fra gli altri al letto dell'agonizzante, e gli dice con voce affannata e sommessa: Corri a prendere nascostamente il tuo bambino, imprestamelo per alcune ore, altrimenti sono perduto. Io pagherò immensamente il tuo servigio. Va, e vieni di volo. Leonardo comprese tutto, e si prestò all'infame gherminella. Bisogna sapere che egli pure era diventato padre, con questa differenza che il suo bambino aveva quattro giorni di più, e che nasceva da una concubina. Intanto il signor Fabio nascose il piccolo cadavere, e diede incumbenza altrove alla nutrice per tenerla lontana dalla culla. Quindi con grande ansiet

PSEUDONIMO. Non bisogna rammentarmi i benefici, tanti prieghi tante parole, di forza che mi spingano piú degli oblighi che vi debbo. GIACOMINO. E sempre dove conoscerò servirvi, ancorché v'andasse la vita, non mancarò mai. PSEUDONIMO. Queste vostre tanto amorevoli offerte le pagherò ben io con piú efficaci operazioni.

Voi tornate a Nervi? gli domandò Roberta. , signorina, sùbito. Sùbito; bisogna vi andiate sùbito; io vi pagherò il ritorno. Ma vi spingerete fino a casa mia, e consegnerete questa lettera alla signora, sapete? l'altra signora che è sempre con me.... Andate sùbito; non fermatevi per via.... Fra un'ora dovete essere lassù!

AMASIO. Non mi mancate, di grazia, se m'amate. CINTIA. Mancherei piú tosto a me stesso. AMASIO. Io adesso vo a spogliarmi per mandarvele; adio. CINTIA. Adio, signora mia. ERASTO. Cintio mio caro, amico mio dolce, convenevol mezo da conseguir tutte le mie amorose consolazioni, quando vi pagherò giamai tanto obligo? Deh, lasciate che vi baci le mani apportatrici de' remedi alle mie passioni!

Io mi sono slogato le ossa per trascinare il vostro miserabile cassettone. Credete che ciò sia per i vostri bei baffi da carbonaro, eh? Io non do più un soldo. Fuori di qui! Tu ti burli di me dunque eh! il calabrese? Io ho gittata la mia anima a carreggiare il tuo lurido cataletto, e tu mi pagherai. Io non pagherò più nulla, no, no. Esci all'instante, se no.....

Orbene, io vi pagherò la mezza per intiera, purchè facciamo la pace. Suvvia, Maddalena; non vedete che ho fatto per celia? Ditemi, quando sentiremo le denunzie nella chiesa dei Servi? Il Guercio vi ha pure promesso di darvi presto l'anello! Oh, siete tutti d'una pasta, voi altri uomini! Così non avessi mai dato retta ad alcuno!

Si ode una musica solenne. Rientra ARIELE e dietro di lui ALONZO che fa gesti frenetici, aiutato da GONZALO. SEBASTIANO e ANTONIO anch'essi farneticanti sono sostenuti da FRANCESCO e da ADRIANO. Tutti entrano nel cerchio tracciato da Prospero e rimangono presi dall'incanto. Prospero gli osserva un istante, poi prosegue: Una solenne musica, e il più buono consolatore ad un insano spirto curino il tuo cervello or fatto inane e quasi nel tuo cranio arso. Restate qui tutti fermi per l'incantamento! Sacro Gonzalo, onesto uomo, i miei occhi quasi compagni ai tuoi lascian cadere le medesime gocce. Si dissolva l'incanto e come i raggi del mattino rompono il tenebrore della notte, scaccino, i lor rinnovellati sensi, ogni torpido fumo che ravvolge la lor mente più limpida. E tu, bravo Gonzalo, salvator mio solo e a questi fedel compagno io pagherò le tue grazie e con opre e con parole. Molto crudelmente, o Re Alonso, verso mia figlia e verso me usasti. Tuo fratello più oltre ancor nell'azion si spinse ed or, Sebastian, sei fortemente castigato e nel sangue e nella carne. E voi, fratello mio, che a mantenere l'ambizion soffocaste il rimorso e la natura e con Sebastiano i cui tormenti son forti per questo uccider volevate il vostro Re, io ti perdono, per quanto tu sia fuori della natura. I loro sensi cominciano a destarsi e la crescente, marea tra poco invader