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Quanto è il prezzo di questo animale? io ve lo pagherò due volte.

TRASILOGO. Perché sei come la mosca: mangi con noi e poi ne cavi gli occhi. MASTICA. Non posso piú soffrire. Venghi il canchero a tanta superbia! Che mi puoi far tu giamai? Stimi da senno ch'io creda queste tue bravarie, o dubito che non mi mandi quei popoli arcinfanfari o uomini maritimi ad uccidermi? Assai fo stima di queste tue minacce! TRASILOGO. La farai dell'opre, e ben tosto te ne pagherò.

VIGNAROLO. Che «causa», che «sentenza» dite voi? PANDOLFO. Di far mi perdere la mia sposa. E che vo' far della mia vita senza lei? VIGNAROLO. Quanto ho fatto tutto ho fatto per vostra sodisfazione. PANDOLFO. Di quella sodisfazione che tu mi hai dato, te ne pagherò io in castigarti come io fo; e se non ti uccido, è per mancamento di forza, non di volontá.

Le faccia un mortorio onorevole, e suffragi per l'anima sua... quanti bastano; le dia sepoltura cristiana... ed... io... pagherò... le... spese..." "Oh non importa!" replicò il Parroco arrossendo... "a farle suffragi mi credo obbligato anche io..."

Ma ti pagherò della moneta stessa: inganni per inganni». Tentennò, divincolossi, parve voler proferire alcuna parola, ma non si udì che un rantolo nella gola; tese le mani verso le braccia di lei, quasi per trarsela al seno; indi, come preso d'insuperabile repugnanza, coll'atto medesimo la ributtò fieramente da , e senza un'occhiata, senza un motto andossene precipitoso.

Non è egli vero che, se con uno scudo d'argento di dieci paoli io pagai in Modona, mia patria, molt'anni sono, il dazio della macinatura di 4 sacchi di grano, in ragione, per esempio, di 45 di que' bolognini il sacco, in tempo che lo scudo valeva nove lire: ora, ch'egli ne vale undici e cinque bolognini, con un simile scudo pagherò il dazio per cinque sacchi?

Di danaro ce n'è poco, ed è caro! rispose Elia Polacco, guardando i cannoni che si avvicinavano alla fortezza. Non cominciamo con le frottole! rispose Fabiano. Apro il fuoco: la tua artiglieria non può resistere. La cavalleria fa una brillante evoluzione a sinistra.... Apro il fuoco anch'io! dichiarò Brunello, Pim, pum, e pum! Se è caro, lo pagherò quanto vale, dichiarò il conte a Elia Polacco.

Il signor Trebeschi metteva la sua riverita firma, e lui teneva la cambiale chiusa, sepolta in fondo al cassetto, per tre mesi, per, sei mesi, per un anno. E nessuno concluse il Facchinetti deve saper niente dei nostri interessi. ... ... Bravo; facciamo così. Oh Dio!... Il signor Daniele cominciava a respirare. Io le pagherò subito gli interessi della rinnovazione...

A rivederci, dunque, disse l'onorevole Ariberti, stendendogli la mano. Le do la sinistra; è quella del cuore. Adesso poi mi confonde; replicò il giornalista, che sentiva davvero un po' di rimorso. Al secondo gentiluomo che avrò la disgrazia di offendere, sappia, signor Ariberti, che io pagherò tutti i miei debiti in una volta.

GUGLIELMO. Quando sarò entrato ti spezzarò le braccia con un bastone. ARMELLINA. Togli questo rinfrescamento! GUGLIELMO. Ah, lorda, rognosa, pidocchiosa! ARMELLINA. T'ho lavato il capo della lordura, tigna e pidocchi. GUGLIELMO. Se non te ne pagherò, possa sommergermi un'altra volta! non so che mi tenga che non rompa e spezzi le porte e non ti uccida di bastonate. Con chi parli?