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Aggiornato: 28 maggio 2025
In quanto a te, soggiunsi al giovinotto manutengolo, voglio scaldarti le orecchie con quattro sciabolate qui sulla piazza, subito. E volgendomi al sottotenente De Cristoforis di Milano, che rideva della scena eroicomica: Siimi padrino.
«Che questa parola la quale colpisce così raramente le nostre orecchie e che ho vergogna di pronunziare, che l’oscenit
In casa, pei negozii, tra pettegole, per le vie, tutti la chiamano contessa Vagli, e tu non ne sai niente, tu vivi nelle nuvole, tu non hai orecchie per udire.... Questo è deplorevole, Flopi; bisogna saper udire e vedere, specialmente quando si ha a fare con donne, le quali, da ciò che ho appreso, non hanno scrupoli.... Qui si tratta d'una vera e propria usurpazione di titoli, non solo, ma anche di nomi.
Apri bene le orecchie. Ti consiglio di desistere dalla tua cocciutaggine: sar
Vi raccomando di ravvolgervi la testa nel fazzoletto, se non volete che certe bestioline vi vadano nelle orecchie. Cermenati si allungò sul tavolato con una frase tragica: Così giovane e gi
Mentre ella così parlava, erano escite dai loro abitacoli di legno parecchie coppie di conigli, tutti bianchi, senza la più piccola macchia di nero o di bigio, con gli occhi grandi e mobilissimi, i musi rosei, le orecchie lunghe e morbide. Vennero saltellando verso Fiordispina, ma videro quell'altro che si accostava anche lui, e scapparono tutti alla lesta. La fanciulla li richiamò, chinandosi a terra con le sue provvigioni, e quei graziosi animali, via via rinfrancati, tornarono, per avere la parte loro in quella distribuzione di foglie di cavolo. Brassica sativa, che diamine! Il nome latino sar
mi prese nausea grande e languore come alloraquando sorprende il male di mare: chinai la faccia, e gittai tre boccate di acqua o quattro: nè qui rimase il parossismo, chè un molesto tintinnio ingombravami le orecchie, e le arterie delle tempie picchiavano forte come martelli, e gli occhi vagavano per entro fiumane di sangue.
Non mi cedere un'ingenua, una puppattola. In collegio apprendiamo tante cose. E poi, abbiamo occhi per vedere, orecchie per udire. Non ti dispiacer
Con le orecchie fischianti, gli pareva di udire il lontano rombo del treno in moto, si rivoltava un istante a guardare indietro, poi riprendeva la corsa, rassicurato per poco. Al pensiero che la notizia non era ancora giunta alla stazione, moderò l'andatura; riprese a correre col timore che le disposizioni per ricevere il convoglio fossero state trasmesse per telegrafo o per telefono.
PEDANTE. Se vuoi rispondere ad ogni cosa, non finiremo questa notte. Ma sta' di buona voglia. LARDONE. Come posso, morendo di fame, star di buona voglia? LIMOFORO. Sento lamenti. LARDONE. È segno ch'hai orecchie. LIMOFORO. È segno d'uomo sconsolato. O uomo da bene! LARDONE. Questo nome di uomo da bene non fu mai in casa mia, e io sono il primo di questo nome. LIMOFORO. Consòlati.
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