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Aggiornato: 18 giugno 2025
La neve cade, lenta e maliarda, avvolgendo la terra e la Vegliarda ne lo stesso candor di sepoltura. Sogna la terra, sotto il largo oblìo, fiori di pesco e gemme di vermène. Sogna l’Ava la pace ultima, il lene battito d’ali che la porti a Dio.
Godo, anche il vedere: Chiedi onde il foco dia crudo supplizio, E non sai che la neve ha egual potere? Ricorda, tu che hai fatto da novizio, Perché i cani si fiutino al sedere; Nelle vecchie la frega è rimembranza. Son le ossa, a chi ha fame, anche esultanza.
Oh! le montagne! mormorò Rosalia, con le mani contratte. Le montagne che mi pesano sul petto! E la neve che mi agghiaccia e mi soffoca, e il sole che mi brucia e mi accieca! Oh! e alzò il pugno sottile verso l'immensit
Non c'era pubblico punto, tranne un piccolo spazzacamino che s'era fatta una pallottola di neve e la divorava, con un appetito eccellente, tal e quale come fosse una fetta di polenta abbrustolita, guardando con gli occhi imbambolati il pagliaccio vestito in quel modo così buffo e aspettando che dèsse principio alla rappresentazione.
Sbieca le luci oscuramente, e suda Freddo sudor, come di neve uscito: E nel giù traboccar l'anima cruda, Sdegnosa del partir, tragge un muggito. Lasso! non ha chi ne la tomba il chiuda; Ma sanguinoso rimarr
Oh, quanta neve hai sul mantello!... Asciùgati alla fiamma. Ecco il pane, ospite, e l’acqua. Un letto antico a baldacchino rosso per questa notte t’offrirò.»
In generale non c'è forse nella parte nord un monte che superi i 2700 m., senza essere troppo ripido, che non ritenga, almeno su uno de' suoi lati, un po' di neve per tutto l'anno.
Era nera la notte, cessato il nevicare, spirava gelido un vento che le acque del lago frangeva alla sponda con reco mormorio: terra terra però scorgevasi un debolissimo chiarore, prodotto dal biancheggiare della neve, che faceva meno incerto il cammino ai due guerrieri, i quali avevano a quell'ora abbandonata la Rocca Stampa.
La donna, che sí cruda ti si mostra, fidel ancilla de l'Eterno Padre, non odiar, perch'è la madre nostra, nostra non pur, ma d'ogni pianta madre, Almafisa chiamata, che riceve sua fama in variar cose leggiadre. E s'or il mondo t'ha cangiato in neve, non d'aspettar t'incresca, perché i lidi rinnovellar de' fiori ancor ti deve.
Ogni sforzo per rialzarsi fu vano; riusciva a mettersi ginocchioni, ma i piedi erano inerti e rigidi. Si levò le scarpe e le grosse calze dure incrostate di ghiaccio, immerse i piedi nudi nella neve agitandoli con quanta forza gli durava. Bisognava bene che tornasse la vita!
Parola Del Giorno
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