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Aggiornato: 23 giugno 2025
Sí che per le ragioni predette si conclude non esser vera la sua conclusione maggiore, che l'altezza del cambio sia causa della penuria della moneta in Regno, ancorché fusse vera l'altra conclusione, che per lo guadagno di detta altezza ognun cambiasse e non portasse di contanti in Regno per le robbe che se ne hanno da estraere, mentre o prima di necessitá vi erano venuti o vi han da venire.
Oltre che, fuor delle sete, niuna cittá, eccetto Venezia, tiene bisogno o vive con cosa alcuna di Regno, e quella per maggior commoditá e non per necessitá; e la seta la maggior parte va in Genoa e Fiorenza, e in Roma e in Piacenza, che sono le due piazze principali del cambio, poca e nulla ve ne va.
mostra dovere egli essere stato onestamente amato da lei; dal quale onesto amore è di necessitá essere stata generata onesta e laudevole amistá, la quale esser vera non può, né è durabile, se da virtú causata non è: e cosí mostra che fosse questa, in quanto la donna, di lui parlando, il chiama «suo amico». E qui non senza cagione, lasciato stare il proprio nome, il chiama la donna «amico»: la quale è per dimostrare, per la virtú di cosí fatto nome, l'autore le sia molto all'animo e per mostrare in ciò che ella non venga a porgere i preghi suoi per uomo strano o poco conosciuto da lei.
La mano intera aggiunge al moncherino, e tenendo all'altar le luci fisse, ch'Illarion parea, non Angelino, sospirando e piangendo cosí disse: Dio, nel mio sen col vostro occhio divino tutto scorgete, e se per boria o risse concorro a quest'incarco, o s'è infinita necessitá di questa vostra vita.
in su la sponda del carro sinistra, quando mi volsi al suon del nome mio, che di necessita` qui si registra, vidi la donna che pria m'appario velata sotto l'angelica festa, drizzar li occhi ver' me di qua dal rio. Tutto che 'l vel che le scendea di testa, cerchiato de le fronde di Minerva, non la lasciasse parer manifesta,
Ma l'anima, che perfectamente spera in me e serve con tucto el cuore e con tucto l'affecto suo, subbito per necessitá, per la cagione decta, si conviene che si disperi di sé e del mondo, di speranza posta con propria fragilitá. Questa vera e perfecta speranza è meno e piú perfecta, secondo la perfeczione de l'amore che l'anima ha in me.
Cui ne vesti e ne ingrassi di quel della Chiesa? te e gli altri dimòni con teco insieme e gli animali, cioè i grossi cavagli che tu tieni per tuo dilecto disordinato e non per necessitá.
Ora ti voglio dire una picciola particella de' modi ch'Io tengo a sovenire i servi miei, che sperano in me, nella necessitá corporale. E tanto la ricevono perfectamente e inperfectamente, quanto essi sonno perfecti e inperfecti, spogliati di loro e del mondo: ma ogniuno proveggo.
E tu debbi tenere per necessitá e non per dilecto; questi dilecti sonno degli uomini del mondo, e i tuoi dilecti debbono essere i poveri e il visitare gl'infermi, sovenendoli ne' loro bisogni spiritualmente e tenporalmente, però che per altro non t'ho Io facto ministro né dátati tanta dignitá. Ma, perché tu se' facto animale bruto, però ti dilecti in essi animali.
Ora ti voglio dire il secondo inganno di coloro che tucto el loro dilecto è posto in ricevere la consolazione della mente loro; intanto che spesse volte vedranno el proximo loro in necessitá o spirituale o temporale e non li soverranno, socto colore di virtú dicendo: Io ne perdo la pace e la quiete della mente, e non dico l'ore mie a l'ora né al tempo.
Parola Del Giorno
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