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Aggiornato: 26 giugno 2025


Di botto mandò un'esclamazione, fece un trasalto e si battè la fronte come uomo a cui si affaccia l'inspirazione d'un'idea. Si frugò in tutte le tasche finchè da quella del petto nel soprabito trasse fuori un giornale ripiegato: era quello che parecchi giorni prima gli avea imprestato messer Agapito, perchè facesse leggere alla moglie il pietoso caso di quel povero diavolo che non sapendo più come provvedere alla sua famiglia s'era buttato nel fiume. Dopo il luttuoso avvenimento, narrava il giornale come la carit

Allora il barocciaio sfogò contro la Cecchina tutta l'amarezza della sua delusione, e furono rampogne, busse, miserie d'ogni sorta, fino al giorno tremendo in cui la poveretta si vide portare a casa il marito moribondo sopra una barella. Aveva il viso, i capelli, il collo, tutti coperti di sangue, narrava la Cecchina; e non si capiva neppure dove fosse la ferita.

Delle dicerie che correvano pel paese l'eco era giunta fino al romitorio di Collalto: si parlava vagamente di gravi dispiaceri domestici in casa Sant'Angelo, si narrava di una forte scossa nella salute del professore, soggiungendosi anche ch'egli non potesse più reggere a fatiche della mente, così che aveva pur dato rinuncia a varî ufficî pubblici, da lui per tanti anni tenuti nel paese con appassionata operosit

Trovandosi, quand'era fanciullo di circa otto anni, presente al racconto che Cristoforo Palavicino, fratello di Anton Maria, faceva del modo col quale Lodovico il Moro era stato preso da' Francesi, fu insensibilmente attirato dalle parole dello zio, il quale, a differenza del fratello, essendo piuttosto sforzesco, narrava il fatto con quell'accento di verit

Così, mentre delle altre si narrava sempre alcun che, di lei si taceva, non si metteva nemmeno in controversia se potesse o non potesse sentire il mal d'amore come tutte le altre.

Eugenio seduto accanto a Clelia, le narrava forse la storia della sua assenza, una storia mesta perchè Clelia pareva commossa. In quel punto io non pensai al piacere di rivedere l'amico mio, all'ansiet

E qui, ricadde a sedere dinanzi a sua madre; e le narrava del viglietto avuto dalla marchesa, del viaggio fatto quasi senza sosta; parlando con certa calma, di cui egli stesso stupiva; non sapendo come l'anima sua si sarebbe ridestata al dolore, non appena dissipata quella sorta di pace, in cui per aver trovata viva la madre, si sentiva tirato.

Il cortile di questa dava l'esattissima idea del vestibolo del l'Inferno di Dante; non mancavano le diverse lingue, le favelle orribili, le voci alte e fioche di chi dava schiarimenti, di chi chiedeva informazioni, di chi narrava i fatti del giorno innanzi, mancò il suon di mani, quando comparve la nobile figura di Garibaldi sorridente più dell'ordinario.

Donna Camilla posò la coperta e prese posto di fronte a lui senza parlare. Quando i camerieri si furono ritirati, la principessa, sorseggiando il caffè, narrava al marito, in tono sarcastico, il colloquio col Rossetti.

Il vecchio Melica, acceso in volto, narrava che i contadini erano stanchi di soffrire, che si ribellavano, scioperavano, uccidevano!... Dove?... Quando? chiedevasi da voci strozzate. Poco lontano... Più lontano... Nel Mantovano... Più in qua... Sul Comasco... ... a Gallarate... ... da per tutto... Tutti parlavano: il lavoro languiva. Un guardiano passò: poi il padrone stesso, pallido, arcigno.

Parola Del Giorno

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