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Aggiornato: 21 giugno 2025
Amanti orbati dalla fredda morte, Spirti legati da dure ritorte, Voi cui miseria ogni desire vieta, O passeggieri per la vita vuota, Poeti oscuri! A voi sale la nota Del canto arcano che il mister susurra, Ed in voi soli sta l'eterno tema Che protesta fatal, vago poema S'erge alla sorda vasta vôlta azzurra.
Poscia veggendo, trepida, Che dei tempi passati La monotona storia Ha i cèrebri annojati, Sferza colla commedia Le goffe costumanze, E scruta nelle stanze Gli intrighi ed i mister. E, risalendo ai limpidi Fonti della natura, Ci canta in un Idillio Crëato e crëatura, E insegna all'occhio l'ultima Gradazione di verde, Che da lontan si perde In profumo leggier.
Balzata fossi dagli oceani immensi, vestita d’alghe, satura di sale!... Ma il peccato d’origine, il mortale peso del sangue incarcera i tuoi sensi. Sei nuova, e pure in te fremono i mondi: vita io ti diedi, e pur mi sei straniera: penetrarti vorrei, ma tu di fiera semplice grazia il tuo mister circondi.
E pur, vedi, ti scaccio e m’allontano, Rigida e casta, ne la notte fonda; Non mi chieder perchè di questo strano Tirannico mister che mi circonda; Non richiamarmi ai morti sogni e ai baci.... Non posso, taci!... Io mirai l’onda che rompeasi al lido; E di veder mi parve Rasentar leggermente il flutto infido Una schiera di larve.
E fu così che, per colpa di quella malaugurata pupa, dimenticata lì in tasca, Taliedo perdette l'occasione di guadagnare una bella somma facendo il monumento a Mister George Paddy, mercante defunto di petrolio, e anche ciò che gli lasciò una grande amarezza, un vuoto strano l'occasione di gustare quella salsa esotica di cui aveva gran desiderio.
Il mister favoloso in cui la selva era sommersa, e quella voce umana che dava ad una vana ombra la vita, e quel chiarore blando, il senso mi cingean di tal malía ch'io mi credeva udire suono di corni in lontananza ròco e veder cervi a mezzo de la via, grandi e candidi, escire con in fronte una croce alta di fuoco. Strano li alberi gioco facean di luci.
Non la stanchezza che mosse della terra i lenti semi, non il pianto che largo li feconda, non la morte che scioglie e riconduce il mister della vita. Alza la speme, chè a chi vien dietro non è vano il solco di chi prima passò. Migrano a sciami associati gli spiriti, siccome scendon nel freddo tempo in lunga riga gli stornelli a portar salva in più caldo lido del caro stuolo la speranza.
Il povero mister Hotkniss si destò di soprassalto e balzò in piedi come un pagliaccio meccanico. Vide Madlen che rideva, e le disse:
Non gli dite giammai che preferisca Costoro, ciò debb'essere un mister, Un secreto che altrui non apparisca, Un secreto nascosto nel pensier." "È questo il più importante documento contro l'accusato," disse il Re, stropicciandosi le mani; "or dunque i giurati " Io non credo che vi sia in esso neppure un briciolo di senso comune."
Noi, sospiri dell'Ora, andiam vagando ed abbiam per baciarsi e bocche ed ali: l'armonia qui si compie tra i lilliali petali e tra le rose e va incantando: i mister' della Notte a quando a quando urgono amore e fremono speciali avvolgimenti, poi ch'ora gi
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