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Prima però devo ricuperare la carta di visita del signore italiano, perchè il suo nome è bellissimo, ma molto più facile a conservare nel mio taccuino che nella mia memoria. Il signor Treuberg ripresa dopo aver trovata la mia carta il signor * Devo fare esercizio di pronunciare questo nome. Il signor *, la signora Treuberg, la signorina Tecla von Dobra e la signorina Luise sua sorella.

Infatti vidi scintillare il visino della signorina Luise, che cinse con un braccio la vita di Violet, le baciò una spalla, corse avanti saltellando, trillando, battendo le mani e poi si voltò per dirle in faccia, con uno slancio d'effusione, due versi di cui non avrei mai capito il primo senza l'aiuto del dottor Stephan: Du, mei flachshaarets Deandl, I hab di so gern.

Nel mattino del lunedì andai a prendere notizie del signor Treuberg con la speranza di saper qualche cosa di Luise; poichè a casa von Dobra m'avevano detto che l'altra signorina era presso sua zia e i domestici non sapevano quando il padrone sarebbe tornato. L

Violet ed io non eravamo in grado di prender cibo, e ci erano poi anche troppi lumi, faceva un gran caldo; per le finestre aperte si vedeva un lampeggiar frequente, si udiva qualche rombo sinistro di tuono. Verso la fine bevemmo il generoso Rüdesheimer dell'ospite, e la signora Emma che sapeva dell'altro Rüdesheimer bevuto nel bosco di Eichstätt, mi pregò di ripetere i versi fatti per Luise.

Allora fu lei che mi disse I kiss you e soggiunse con un delizioso accento di angustia: Non devi fare un viso così serio! La signora Steele veniva verso di noi e in quello stesso punto passò una bambina, recando dei fiori. Violet la chiamò, come per dissimulare all'amica sua il nostro turbamento. Che fiori hai? diss'ella. Waldmeister. Dove l'hai colto? Sul Niederwald. E come ti chiami? Luise.

«E se tu fossi malata? Vi sono degli esseri nervosi, delicati, che ora, nel mio caso, sarebbero avvertiti da una voce interna, avrebbero il senso di ciò che tu soffri. I miei nervi sono ottusi, muti. «La signorina Luise mi ha detto che ami lo sweetbriar. Ne ho colto alcune foglie ritornando a casa; la loro fragranza mi parla di te, della tua persona, de' tuoi capelli.

Mentre Topler seniore mi guidava a consegnar il mio bagaglio all'omnibus, udii la dolce voce, ancora più fioca del solito, dire qualche cosa che suscitava proteste e lamenti, specialmente della signorina Luise. Pareva che miss Yves proponesse di rinunciare alla colazione nel bosco, che temesse del tempo o che fosse stanca.

Topler era ansioso di guardare il paesaggio, mi faceva vedere, con grandi esclamazioni, gli scogli bianchi sparsi per il verde delle praterie. Poi un gran sasso con poche rovine in testa e poche casupole ai piede, cinto di mura medioevali, lo trasse fuori di . Presto siamo ad Eichstätt osservò la biondina, la signorina Luise. Allora Topler parve tornare dal cielo in terra.

Ecco la signorina Luise venir saltando in punta di piedi con un dito alle labbra, portarsi via, a gesti, i Topler e i Treuberg per far loro vedere qualche cosa. Rimasi ancora solo con miss Yves.

Giunsi le mani in silenzio; una gratitudine, una tenerezza troppo forte mi facevan groppo alla gola. Ho saputo tutto dalla zia riprese Luise che lo sapeva dal dottor Topler. Violet non mi ha raccontato niente. Mi ha detto solamente che parte stasera e che se vedevo Lei, Le facessi i suoi saluti. Allora la zia non mi aveva ancora parlato e mi meravigliai molto di questa partenza affrettata. Violet mi abbracciò, mi baciò, mi disse: cara bambina! e niente altro. Io l'amo quanto posso, ma gi