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Aggiornato: 6 giugno 2025
Intanto la signorina Luise e sua sorella litigavano poco lontano per alcuni fiori che la prima aveva colti e che l'altra diceva non esser vero Waldmeister. Adesso la vocine della biondina parevano piccoli colpi di becco. Rideva, ma credo che avrebbe pianto volentieri.
Quindi si parlò di musica, di Eichstätt, di Eugenio Beauharnais, di Re Luigi, di tutto, tranne di quanto avevamo in cuore. A un tratto Topler mi domandò se contavo restare qualche tempo a Eichstätt. Parto domani sera risposi. Non replicò verbo, e ricordo che poi si parlò della signorina Luise.
Trovarono infatti tre «Luise», ma Valeria non riusciva a riconoscerle; tutti e tre i barcaiuoli però affermarono di ricordarsi perfettamente di lei; e ricevettero, con scappellate e sorrisi, l'aspettata mancia. Capisco, riflettè Valeria, ch'era molto commossa, che non possono essere stati tutti e tre.
Intanto tacemmo ambedue. Sapevo che niente mi avrebbe diviso da lei, ma il cenno al suo misterioso passato mi empiva d'un inesprimibile sgomento amaro. In pari tempo l'idea di avermi presto a trovar solo con lei, l'idea che forse dopo questo ultimo sforzo ella cederebbe, mi faceva battere il cuore a precipizio. Oh Violet! gridò la signorina Luise venendo verso di noi.
Il giorno seguente mi recai a visitare i von Dobra. Vidi Luise, ma non sola. Era triste. Mi accolse gentilmente, però fu meco molto più riservata del solito e non mi fece in alcun modo intendere d'aver messaggi per me. Suo padre mi parve imbarazzato. Nessuno parlò di miss Yves nè del viaggio a Norimberga; ogni discorso cadeva.
Suonavano allora le undici, e trovai che la signora Luise era uscita da una mezz'ora per andar a prendere una sua sorellina alla Volkschule delle Benedettine nel convento di Santa Valpurga. Mi feci insegnare la via, passai dal convento, incontrai molte bambine che ne uscivano, ma non lei.
Era seduta sull'erba e teneva fra le mani l'ombrellino chiuso. Chinò il capo, le congiunse in atto supplichevole. Io mi misi a parlare del Maiwein con la signorina Luise. Il vino ed il fiore disse il dottor Topler sono diverse espressioni del suolo tedesco e noi ne facciamo una sola poesia.
Durante questo pezzo Luise sedette presso a me e mi disse sottovoce: Devo dirle qualche cosa da parte di una persona, ma ora è impossibile. Vado dalle Benedettine ogni mattina alle dieci e mezzo e poi nei prati. Più tardi trovò un altro momento per dirmi pure in segreto: Credo che parta domani.
Mentre incidevo le due lettere sopraggiunsero dall'alto le sorelle von Dobra con un ragazzo e un gran bottino di fiori del bosco. La signorina Luise parve tutta contenta di vedermi e andò subito a mettere il suo nasino sulle lettere. Queste non sono le Sue iniziali! diss'ella, candidamente. Non le venne in mente che potessero esser quelle della sua amica.
Annunciai anche il mio proposito di partire fra due o tre giorni per l'Italia onde dar sesto alle mie faccende nella previsione di un'assenza più lunga. Scrissi così, ma per essere interamente sincero avrei dovuto anche dire che se indugiavo due o tre giorni a lasciare Eichstätt, era per attendere il ritorno di Luise, e non soltanto per esprimerle la mia gratitudine!
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