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Aggiornato: 21 giugno 2025


Era l'estate del 1796, quando il Savio alla Scrittura Leonardo Zustinian gi

Andiamo andiamo, date qua, che firmi, replicò il Sindaco... egli non ha che delle minchionerie... È una prepotenza, sclamò Leonardo. Come? badiamo ve' alle parole, gridò il sindaco.

Don Luigi, a tener dietro a S. E. Leonardo, non ne poteva più, e alla fine della giornata aveva l'aria d'uno di quei cani che per ore e ore inseguono la selvaggina, e alla sera si accovacciano sul vestibolo ansanti e con la lingua penzoloni. Onde, se gli riusciva di sgattaiolar via con la scusa di qualche indisposizione appena faceva notte, correva a rifugiarsi nella sua camera, e si cacciava sotto le coperte, maledicendo al destino che costringeva lui, un uomo di tanto merito, a sciupar la sua vita con un ragazzo balordo e maleducato. Ma ordinariamente non gli era concessa neppur questa consolazione, perchè S. E. Chiaretta, che aveva sempre bisogno di seccar qualcheduno e trovava assai comodo di seccare di preferenza il prete di casa, lo sforzava spesso a rimanere alzato per fare il quarto a tresette in un tavolino o per leggerle la Gazzetta fino a che le venisse sonno. Gi

Fermi in questo, non volendo darsi a conoscere a nessuno prima di incontrarsi in lui, dovettero durare qualche fatica per ritrovarlo. Cominciarono perciò a frequentare i luoghi pubblici, i ridotti, le sale, i banchetti che di notte si davano sulla piazza di S. Marco, sulla riva degli Schiavoni, alla Giudecca, al Canalazzo; poterono anche introdursi nelle sale del doge, che in quel tempo era Leonardo Loredano, e col

Se è proprio destinato che la miseria debba picchiare alla nostra porta, pazienza.... Vogliamoci bene almeno noi che siamo rimasti al mondo, viviamo l'uno per l'altro, e tutte le privazioni ci parranno lievi.... Credilo pure, la vita che fai non può darti alcuno soddisfazione, non può che rovinare la tua salute. Quest'era l'argomento che poteva colpire di più un uomo come Leonardo.

, avrebbe; ma in tutta Milano non si trovò pittore, scultore, disegnatore, altro che fosse abile a ciò in qualche modo.... Tutti se ne sono andati. La scuola che ha aperto il Leonardo fu chiusa, caro signore, e quell'edificio fu trasmutato in magazzino per lo strame de' cavalli francesi. Prima che voi partiste, gi

disse poco dopo Leonardo porgendo ascolto, pare proprio che dica: è lui!... Ma se pure fosse un inganno della fantasia, ecco un inganno santo! Credere che i nostri cari, anche quando pare ci abbiano lasciato, ci siano vicini, ci vedano, e giudichino le nostre azioni; e ad ogni atto che stiamo per compiere domandarci: che ne dir

Tutto quel mattino Ernesta parlò a monosillabi; era inquieta, andava e veniva, a volte si fermava d'un tratto nel mezzo della camera, e rimaneva così immobile, distratta, finchè la voce dell'infermo la toglieva all'attonitaggine. Dopo il mezzodì, all'ora medesima della vigilia, vedendo che Leonardo non le diceva nulla, fu lei la prima a proporre.

Leonardo è preso da folle passione per la sorella; e venendo a cognizione ch'ella ama, riamata, Alessandro, pensa soltanto a purificare per sempre quella creatura, annegandola nelle acque della fonte Perseia. E allora si sente tutto puro anche lui!

Diceva dunque che mio marito?.... interruppe Ernesta abbandonandosi sul divano. Il mio amico Leonardo ama la sua libert

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prorruppe

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