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Aggiornato: 21 giugno 2025
Il suo posto favorito era al capezzale dell'infermo, dove poteva vedere il sorriso di Leonardo. Aveva un modo così dolce di sorridere Leonardo! Non mai per lo innanzi se n'era avveduta. Quel sorriso era un madrigale; e chi sa quante volte gliel'avea visto sulle labbra senza saperlo leggere! Era bello Leonardo?
Ti pare? balbettò Leonardo sbigottito di sentir dal labbro di un'altra persona la conferma di ciò che s'era detto lui stesso. Sì, parola d'onore.... Del resto, se stai bene.... Oh sì, sto bene... sono un po' fiacco.... Si vede.... Andiamo a prendere un bicchierino di cognac? No, no....
Di quella non si parla interruppe la contessa Chiaretta non è neanche nobile. Il conte sospirò pensando che la Vinati avrebbe portato in casa cinquecentomila lire sonanti. Pazienza. C'era di mezzo il decoro della famiglia, e conveniva rinunziarci. Ma io non voglio saperne nemmeno delle tedesche di mio cognato seguitò Leonardo.
E si seguitava di questo tuono, tagliando i panni addosso al marchese Ernesto e alla marchesa Maddalena, che, per vero dire, erano antipatici a tutti. Noi, che non dobbiamo occuparci dei fatti loro, li lasceremo in balìa dei loro detrattori e vedremo che cosa pensino del testamento del conte Leonardo quei parenti dei Bollati, a cui gi
Va bene, ciò mi consola. Ti raccomando di nuovo, Leonardo, l'attenzione su questo particolare. Io permetto a mio nipote di frequentare il teatro, purchè vi si rappresentino cose conformi ai buoni costumi. Pur troppo sento dire che oggidì molte composizioni teatrali peccano di disonest
Non è vero dunque? domandò Virginia con impeto di desiderio che pareva genuino. Leonardo non ama la campagna, a me piace molto... è naturale che io ci vada e lui rimanga.» E vedendo che la cuginetta aveva pronta un'obiezione e lottava senza probabilit
Il contino Leonardo non istette molto a comparire, aperse con la chiave la porticina del chiosco, accese un lanternino che spargeva intorno una luce fioca, e poi si fermò sulla soglia ad aspettare.
Grazie, rispose Leonardo. Nello stesso tempo s'intese un lieve grido dietro l'uscio che si riaprì; apparve il dottor Agenore. Aveva la faccia arrossata, non salutò nemmeno Ernesta ed entrò in funzione ex abrupto domandando all'ammalato il polso e la lingua. Che cosa era avvenuto?
Passarono così molti giorni, spesi nello stesso modo, quando nella bella monotonia di quel cielo senza nubi scoppiò la folgore all'improvviso tornò Leonardo... cieco!
Il Monte Severo poi, sebbene Virgilio lo descriva presso le orride rupi del Tétrico: Qui Tetricae horrentes rupes, montumque Severum, nondimeno il Biondo e Leonardo Alberti lo hanno riposto a Montenegro, e il Cluverio a Norcia: ma l'ab. Chaupy lo ha determinato nei monti di Cantalice, oggi Cima di Monte, monti di Corno e Tilia, divisi dal monte Fiscello dalla sopradetta valle del Fuscello.
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