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Aggiornato: 4 giugno 2025


Vogliono coloro, li quali le virtú e le nature delle piante hanno investigate, il lauro, come noi medesimi veggiamo, giammai verdezza non perdere: per la quale perpetua viriditá vollero i greci intendere la perpetuitá della fama di coloro che di coronarsi d'esso si fanno degni.

San Benedetto è un villaggio o gruppo di case, che non si trova su tutte le carte geografiche, ma noi vi possiamo andare per una discreta strada carrozzabile, che sale lentamente in tre o quattro giravolte sulla spalla del monte, ora aperta alla luce turchina che vien dal cielo e dal mare, ora rinchiusa tra muricciuoli, ville, giardini e macchie di lauro e di aranci.

Oltrediché non è da tacersi come insieme a questo pio sentimento congiurasse anche nelle anime di que' poeti la sete della gloria, ardentissima sempre ne' sovrani ingegni e sprone inevitabile al far bene. Eglino avevano letto che in Grecia la corona del lauro non l'accordavano principi accademie, ma cento e cento mila persone convenute d'ogni parte in Tebe e in Olimpia.

Lo rinnovò per il Corpus-Domini, per il Corpus-Domini di prima, quando le strade erano seminate di lauro, le finestre inondate dal sole di maggio e le campane di Santa Croce annunziavano la festa del Signore.

LIMERNO. Non senza molta cagione ricondutto mi sono a l'ombra di questo lauro, lo quale, tanto agiatamente difeso da queste duo collaterali querze cosí da venti e procelle come da' raggi de l'ardentissimo sole, al sopranominato giovene con le sue sempre chiome verde fa di gratissimo soggiorno.

Stampiam nel vivido Sangue latino La bella Italia Cinta di lauro. Stampiam col vino Viva l'Italia. Coro Viva l'Italia! Stampiam sugli angoli Del Bel Paese Dei nostri martiri Che trapassarono, Le sante imprese, Le glorie, il numero. Coro Onore ai martiri! Al lieto applauso L'ombre usciranno Del vecchio Panfilo, Degli Aldi a bevere Il vin dell'anno Nuovo in un brindisi. Coro Sia gloria a Panfilo

Perciò i poeti, discrivendo l'operazioni d'alcuno, delle quali solamente gli effetti nudi avrá uditi, cosí le particulari incidenzie mai non vedute udite discriverá, come se all'operazione fosse stato presente; e percioché veridichi in ciò assai volte sono stati trovati, parendo quella essere stata specie di divinazione, furono chiamati «vati», cioè profeti, ed estimarono gli uomini loro di lauro coronare, a mostrare la proprietá della divinazione, nella quale paiono al lauro simiglianti.

E comeché di questo onore li greci fossero inventori, esso poi trapassò a' latini, quando la gloria e l'arme parimente di tutto il mondo diedero luogo al romano nome; e ancora, almeno nelle coronazioni de' poeti, comeché rarissimamente avvenga, vi dura. Ma, perché a tale coronazione piú il lauro che altra fronda eletto sia, non dovrá essere a veder rincrescevole.

Se non parlan di lui le larghe pagine Che il volgo bacia ed ama, Se della rauca fama Non vola alto il clangor, nostra è l'ingiuria: Nostra che il falso orniamo Ed ai superbi alziam templi di lauro, Mentre la dolce ai vivi Virtù nemmen sepolta adombra un ramo Di lagrimosi ulivi. Taccia l'insulsa istoria!

Ma, percioché spessa quistione si fa tra le genti, e che cosa sia la poesí e che il poeta, e donde sia questo nome venuto e perché di lauro sieno coronati i poeti, e da pochi pare essere stato mostrato; mi piace qui di fare alcuna transgressione, nella quale io questo alquanto dichiari, tornando, come piú tosto potrò, al proposito.

Parola Del Giorno

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