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Quando nel buio di quella tempesta notturna, al mattino della quale era così facile essere sorpresi e fucilati, giunti in riva al torrente aveva imposto a Garibaldi, l'intrepido marinaio invano recalcitrante, di salirgli sulle spalle colle semplici e superbe parole: Generale, voi conoscete il mare, ma io conosco il mio fiume! e si era lanciato nell'ombra entro l'acqua furiante: aveva egli pensato che verrebbe un giorno, nel quale tutto il mondo lo ringrazierebbe, e che la storia scriverebbe il suo nome sulla pagina breve e luminosa degli eroi di questo secolo?

La razza abissinese è bella, il tipo lanciato, snello, elegante. La tinta varia dall'olivastro al marrone, più chiara verso la costa e sempre più cupa nelle province dell'interno. L'uomo è piuttosto alto, non secco pingue, ma muscoloso, raramente ha barba, l'occhio vivo, i denti bellissimi, il naso spesso leggermente aquilino, sempre, come le labbra, regolare. Le donne hanno tutte le belle qualit

«Sorella Anna, tu che insonne vegli sulla torre più alta, e conti gli astri e le nuvole in cielo, e i vïolastri veli dell’alba cingi a’ tuoi capegli: se è ver che la Speranza t’assomiglia e che il tuo sguardo scorge oltre il mistero, mira se lungi appaia un cavaliero lanciato a corsa su disciolta briglia.

La voce del Mare. Per quanto tu viaggi, lanciato verso l'ignoto a galoppo, non potrai mai rivedere i chiari vetri illuminati, la sera, di calma felicit

Così lanciato in pastura all'attenzione pubblica, il signor Tenca cominciò a scrivere un giornale di mode. I suoi articoli, vivi e forbiti, furono distinti. Passò alla Rivista Europea, ove i suoi articoli di critica lo misero ancora più in evidenza. Allora intraprese, per suo conto, un giornale letterario e politico, il Crepuscolo, ove, più di una volta, stuzzicò i nervi della polizia austriaca. L'imperatore Francesco Giuseppe arriva a Milano nel 1856, ed il signor Tenca, il quale aveva di gi

La notte era fosca, il fiume ruggiva. Allora Don Giovanni si offerse e impose a Garibaldi e al suo compagno di montargli sulla schiena: egli si sarebbe lanciato a nuoto portandoli così sull'altra riva. Era talmente sicuro di che non si spogliò nemmeno. Garibaldi titubava. Marinaio, gli sembrava ridicolo guadare un fiume sulle spalle di un altro uomo.

Gli uccelli, dopo di aver lanciato le ultime note, si tacquero; le scimmie zittirono, gl'insetti ronzanti s'addormentarono e in capo ad una mezz'ora la gran foresta divenne silenziosa e si seppellì fra l'oscurit

A quello sparo, a quegli urli, due tremendi colpi rintronarono tutta la casa, e la porta di fuori volò in ischegge, fra un tintinnire metallico, certo del chiavistello che, sconficcato e lanciato per aria, cadde, e ribalzò sul pavimento.

Vedeva dinanzi a la faccia pallida, stralunata del povero Nello; le pareva di non poter mai dimenticare l'occhiata supplichevole che credeva le avesse lanciato il disgraziato nel momento in cui gli aveva gettato le monete nel cappello.

Questo pensiero, che per lei aveva l'acutezza dolorosa di una sensazione fisica, diveniva intollerabile, le mordeva le carni. Un sasso lanciato con maggior violenza venne a battere appunto contro quella imposta l