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Aggiornato: 10 giugno 2025
Improvvisamente un rancore simile ad una fiamma le montò dall'anima contro quella illusione di fare fortuna essendo più buone o avendo sofferto più delle altre; il sangue le si accese, poi un pensiero anche più triste lo spense tosto: perchè lagnarsi? Non era inutile?
Ariberti perdette la pazienza e commise l'errore di lagnarsi co' suoi nobili amici di questa scortesia che gli usavano i loro portavoce. Ma i nobili amici stettero alti con lui e se la cavarono con poche parole, donde traspariva il desiderio di non essere seccati per così piccola cosa. I nuovi ministri gi
Questa volta Roberto s'ingannava. Prima che passasse la settimana, egli riceveva una lunga lettera da Odoardo Selmi. Era uno scritto in cui si rilevava l'uomo un po' rozzo, ma franco, buono, modesto. Egli cominciava col chiedere scusa al suo condiscepolo di non avergli mandato una riga in occasione della morte del padre, e col lagnarsi che Roberto avesse aspettato tanto a ricorrere a lui. Poi narrava la sua vita da un anno a quella parte. Una fortunata combinazione l'aveva fatto divenire ingegnere capo della miniera di zolfo di Valduria, ed egli viveva abbastanza contento di quell'eremitaggio insieme con sua sorella Maria, ch'era la sola persona di famiglia che gli rimanesse. C'era da lavorar molto, e, in confidenza, egli si sentiva inferiore all'ufficio. Adesso la Direzione che risiedeva in Londra (poichè la miniera apparteneva alla Sulphur Society residente nella metropoli inglese) gli aveva concesso di prendersi un aiutante per le funzioni amministrative. Però a questo nuovo impiegato non gli si permetteva di assegnare che 200 lire al mese. Poteva convenirgli questa posizione? In caso affermativo, era sua. Avrebbe avuto alloggio nel locale stesso abitato dal Selmi e spettante alla miniera. Badasse bene però che il luogo era inospite e non presentava altra attrattiva che quella di qualche punto di vista e d'un'aria eccellente. Societ
Allora presero a lagnarsi ad alta voce degli Alemanni partiti, e dei Francesi non venuti; e fatto gruppo intorno al pozzo della piazza, parevano essi i padri del villaggio, deputati a far le accoglienze alla soldatesca nemica.
O ciel, nel cui girar par che si creda le condizion di qua giu` trasmutarsi, quando verra` per cui questa disceda? Noi andavam con passi lenti e scarsi, e io attento a l'ombre, ch'i' sentia pietosamente piangere e lagnarsi; e per ventura udi' <<Dolce Maria!>> dinanzi a noi chiamar cosi` nel pianto come fa donna che in parturir sia;
Giorgio non poteva lagnarsi di nulla: ma ciò non impediva ch'egli fosse malcontento di tutto, e che si trovasse a disagio. Accolto con festa, capiva tuttavia di essere diventato straniero in quella famiglia, e quando egli disse di voler partire la mattina dopo, non fu adoperata alcuna insistenza per trattenerlo di più. Anche l'intimit
I drappi gli eran larghi tutti quanti, vuote aveva le guance e pengiglianti. Pel matrimonio, ch'era andato a monte, il Gratta, stampator delle raccolte, chiedeva il prezzo, e sudava la fronte a lagnarsi col prete molte volte. Diceva il prete: E' convien che tu smonte, perché le nozze sono andate sciolte. Vendi i tuoi libri a peso o in su' banchetti: vuoi tu che noi turiam d'essi fiaschetti?
Noi andavam con passi lenti e scarsi, e io attento a l’ombre, ch’i’ sentia pietosamente piangere e lagnarsi; e per ventura udi’ «Dolce Maria!» dinanzi a noi chiamar così nel pianto come fa donna che in parturir sia; e seguitar: «Povera fosti tanto, quanto veder si può per quello ospizio dove sponesti il tuo portato santo».
Il tremendo salmo biblico, nel quale l'anima sembra lagnarsi ancora dinanzi al terrore dell'imminente giudizio divino, diventava invece una sommessa invocazione di pellegrino al termine del viaggio, colla stanchezza consolata dalla prima apparizione della meta. Bice era vestita di bianco.
Giorni sono, sul finir della scuola, mi avvidi che l'Ernestina aveva gli occhi rossi: gli occhi rossi, in una bambina, sono sempre indizi di pianto recente. Che cosa aveva avuto l'Ernestina? Chi aveva potuto farla piangere? Era d'un carattere così quieto, d'un fare così dolce, che nessuna delle sue compagne si sarebbe sentita il coraggio di molestarla. Dunque? Dunque... ve lo devo dire? la povera bambina era gelosa, era gelosa delle carezze che io faceva alla sua piccola amica Argene: e un giorno la udii lagnarsi in questi termini: « Pare impossibile che la signora maestra, che è sempre così buona e imparziale, faccia tante carezze all'Argene; non dico che quella bambina sia cattiva: tutt'altro; ha anzi buon cuore, ingegno aperto, umore sempre allegro: ma non le si può stare accanto, tanto è vivace, turbolenta e chiacchierina. Chiacchierina poi!... Non è contenta fino a che non ha saputo il perchè di tutte le cose, e perfino quando legge s'interromper
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