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Questa volta Roberto s'ingannava. Prima che passasse la settimana, egli riceveva una lunga lettera da Odoardo Selmi. Era uno scritto in cui si rilevava l'uomo un po' rozzo, ma franco, buono, modesto. Egli cominciava col chiedere scusa al suo condiscepolo di non avergli mandato una riga in occasione della morte del padre, e col lagnarsi che Roberto avesse aspettato tanto a ricorrere a lui. Poi narrava la sua vita da un anno a quella parte. Una fortunata combinazione l'aveva fatto divenire ingegnere capo della miniera di zolfo di Valduria, ed egli viveva abbastanza contento di quell'eremitaggio insieme con sua sorella Maria, ch'era la sola persona di famiglia che gli rimanesse. C'era da lavorar molto, e, in confidenza, egli si sentiva inferiore all'ufficio. Adesso la Direzione che risiedeva in Londra (poichè la miniera apparteneva alla Sulphur Society residente nella metropoli inglese) gli aveva concesso di prendersi un aiutante per le funzioni amministrative. Però a questo nuovo impiegato non gli si permetteva di assegnare che 200 lire al mese. Poteva convenirgli questa posizione? In caso affermativo, era sua. Avrebbe avuto alloggio nel locale stesso abitato dal Selmi e spettante alla miniera. Badasse bene però che il luogo era inospite e non presentava altra attrattiva che quella di qualche punto di vista e d'un'aria eccellente. Societ

E' le mostrò un'altra lettera del principe, nella quale e' manifestava sempre la stessa sollecitudine tenerissima per sua moglie e la speranza di averla al più presto possibile accanto a lui. Egli pressava il dottore di andarlo a vedere, perchè sentiva sicuramente che l'aria di Nizza non gli era propizia e credeva che quella di Pisa o di Palermo potesse meglio convenirgli.

Il quale, non avendo spazio di potere alcun altra cosa prendere, prese questa piccola sua figliuola e una lancia, e con essa, essendo dai privernati seguito, si mise in fuga; e, pervegnendo a un fiume, il quale si chiamava Amaseno, e trovandol per una grandissima piova cresciuto molto, e veggendo convenirgli lasciar la fanciulla, se notando il volea trapassare, subitamente prese consiglio d'involgere questa fanciulla in un suvero e legarla alla sua lancia, e quella lanciare di dal fiume e poi esso notando passarlo.