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Aggiornato: 1 settembre 2025


Non v'era che un soldato italiano, Garibaldi, nel quale l'amore d'eroe per l'Italia non fosse scemato dalla passione di nessuna delle sue provincie. Mazzini condotto a Roma dalla stessa fatalit

Qui l'oratore, con uno squarcio mirabile in cui sono condensate le più belle pagine della nostra storia, diceva che gli stranieri ricordano che l'Italia, erede della civilt

Ella mente gridò il dottore. Ella è in via per l'Alemagna, la Svizzera o l'Italia in questa contrada abbominevole ove un prete, per venti soldi, commette un sacrilegio con la stessa facilit

Tre anni l'assediò, preselo nel 493, ucciselo pochi appresso, in convito, alla barbara: tutta l'Italia fu sua.

L'Italia, che rinnovandosi nella rivoluzione trovò i preti ostili ma impreparati, e quindi impotenti, deve attendersi a nuova e più difficile guerra, dalla quale se non uscir

Il consiglio move da gente ch'ama veramente l'Italia, e si slancerebbe forse tra' primi alla santa crociata. Però, noi lo esponemmo, e lo combatteremo, rispettandolo.

Uniamoci dunque. Cerchiamo insieme i mezzi di crearci una Patria. Fondiamo l'Italia del Popolo. Acquistiamoci diritti d'uomini e di cittadini. Torneremo poi, con più dignit

Farò, libero d'ogni vincolo, ciò che Dio e la mia Patria m'inspireranno. A Voi non chiedo se non una cosa: l'astenervi da ogni intervento nelle cose nostre, e lasciar, come prometteste, l'Italia libera di compiere coll'opera propria l'impresa che iniziaste con me. E a quel patto, avrete me grato, l'Italia amica sempre alla Francia

Il giornale fiorentino L'Alba cosí ne annunziava l'arrivo: «Stamani, a mezzogiorno, è arrivato a Firenze il generale Garibaldi con ottantaquattro uomini che lo seguono. È stato incontrato alla stazione della via ferrata Leopolda da eletta schiera di cittadini, da bandiere e dalla banda militare, che per via Borgognissanti lo hanno accompagnato alla casa De Gregori, in piazza S. Maria Novella, destinatagli per abitazione. Lungo il cammino la folla era immensa e plaudente; gli applausi sono divenuti piú fragorosi ed unanimi sulla piazza. Il Garibaldi si è fatto al terrazzo e ha pronunziato all'incirca le seguenti parole: Immensa è la gratitudine che io sento per voi, o Toscani. essa nasce oggi, ma rimonta a epoca piú lontana, all'epoca in cui il popolo toscano fu il primo a onorare quel poco che avevo fatto per l'America . Io credo però che la simpatia che mi dimostrate, più che all'individuo, sia al principio che intendo sostenere sui campi italiani, e in questo senso io vi debbo una maggior gratitudine. Il popolo toscano, senza far torto agli altri, è colto e gentile; ad esso spetta perciò maggiormente a dimostrare quanto gli stia a cuore e quanti sacrifici meriti la nostra patria. La vostra simpatia mi è cara, perché diretta alla causa italiana, per la quale ho combattuto. Sono persuaso che voi, Toscani, il piú intelligente e gentile dei popoli italiani, saprete nel tempo stesso esser quello che piú senta la vergogna della nostra posizione attuale. E non dubito che vorrete difendere fino all'ultimo istante quella causa per la quale tutti dobbiamo sacrificare le sostanze e la vita. Nuovi applausi. Il sig. Niccolini, romano , ha dette calde parole analoghe alla circostanza, chiudendo: Viva Garibaldi, viva l'Italia. Il Garibaldi si è ritirato: nuovi strepitosi applausi. Garibaldi, ritornato solo sul terrazzo, ha detto: La mia anima è con voi, o Toscani; dovunque mi conduca il destino, la mia anima rester

E Teodato, fuggendo, era scannato per via . Continua. Prese Ancona, Milano, Fiesole; corse mezza Italia, corsa intanto da un nembo di borgognoni e franchi, predoni terzi sopravvenuti tra i contendenti. Allora a rivolgersi gl'italiani, a desiderar di nuovo i goti; e questi a raccogliersi, a rinnovar la guerra. Rimanevano loro Verona, Pavia, e forse tutta l'Italia occidentale allor detta Liguria.

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