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GERASTO. Che sicurtá? che pentire? che trenta scudi? FACIO. Come trenta scudi? Dico che avendomi promesso... GERASTO. Parole. FACIO....trenta scudi... GERASTO. Se non l'hai meglio di questa,... FACIO....in iscambio delle mie vesti,... GERASTO....tu sei matto da dovero. FACIO....avendomegli promessi dinanzi duo testimoni,... GERASTO. Tu erri in grosso. FACIO....serò atto a farmeli pagare.

Io sento che quello è il mio destino. Egli mi ama in modo assoluto. Quando gli ho detto che corsi il rischio di avere un bambino da te, mi disse: Perchè non l'hai voluto? Lo avrei fatto mio!... Bianca è una donna intelligente che ha il culto maniaco delle eleganze morali.

Io?... t'inganni, non ho altro che il dolore di scoprire tanti intrighi, che finiscono con un altro amore impossibile!... Impossibile!... e perchè?... se ci amiamo, l'amore non è impossibile!... infatti.... Infatti come è finita?... Ma!... devo ripeterlo... è finita che l'ho sedotto!... Ma come diamine l'hai sedotto? Oh bella!... non sai come si seduce?... Stando seduta al lavoro.

Filippo esitò. Un mormorio scoppiò infra i galeotti, e l'un d'essi, un politico, gli disse: Se non l'hai calunniata a disegno, bisogna andare. La vittima ha la parola.

Ma mentre tu dici queste parole, hai guardato la cameriera e l'hai trovata rossa in volto e molto turbata. Un momento dopo non te ne ricordi più, ma pochi giorni dopo, il pretendente ti fa un'altra visita e tu rimarchi lo stesso rossore e lo stesso turbamento nella tua cameriera. Ti pare questa volta, che anche la sua voce sia alquanto tremula.

78 Pensò Aquilante al primo comparire, che 'l vil Martano il suo fratello fosse; che l'ingannaron l'arme, e quel vestire candido più che nievi ancor non mosse: e con quell'oh! che d'allegrezza dire si suole, incominciò; ma poi cangiosse tosto di faccia e di parlar, ch'appresso s'avide meglio, che non era desso. Dimmi se 'l mio fratello è morto o vivo; come de l'arme e del destrier l'hai privo.

42 E s'allor volentier fatto l'avrei, ch'io non t'era, come or sono, obligato; quant'or più farlo debbo, che sarei, non lo facendo, il più d'ogn'altro ingrato; poi che negando il tuo voler, ti sei privo d'ogni tuo bene, e a me l'hai dato. Ma te lo rendo, e più contento sono renderlo a te, ch'aver io avuto il dono.

Appena saremo... sulla piazza, e il Vharè sorrise, come aveva fatto prima con Andreina, in un modo che pareva una smorfia; appena saremo arrivati sulla piazza, ti manderemo il resto. Mia madre, forse, ebbe torto di mettermi al mondo, ma tu, che l'hai servita fedelmente, non devi crepar di fame. Piangi?... Non credi alla mia parola?

SCI. Se qui vivon gli eroi Che alla patria giovar, tra queste sedi Perché non miro il genitor guerriero? PUB. L'hai su gli occhi e nol vedi?

DIC. Quelle erano cose umane, ancorchè brutte, ma queste sono ridicule e vane. FR. Non le dire così vane, se ben tu l'hai chiamate finte e immaginarie.