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Aggiornato: 16 giugno 2025
Ma il nostro Aminta era il 151; non rispose che un «bene, grazie», come avrebbe fatto ogni semplice mortale, alla domanda di ogni semplice dama, e sessagenaria per giunta. Ha bisogno di nulla? domandò ancora la bella infermiera. Sì, signora; osò dire Aminta. Di una notizia. Ah, bene! Mi dica; rispose ella, contenta di potergli esser utile in qualche cosa. Vorrei sapere... ripigliò Aminta.
Appena da un'ora ero in letto, quando capitò la mia vaga vicina in perfetto abbigliamento da infermiera: andò al camminetto, attizzò il fuoco e mi preparò della nuova tisana; poi mi disse che più tardi avrebbe portato anche il medico, e cominciò a tirar fuori boccette d'essenze, scatole di pasticche e, quel che più m'importava dei libri... e che libri!... Le poesie di Alfredo di Musset e un paio di romanzi di Walter Scott; un libro è un grande amico nella solitudine ed io salutai quei libri con la medesima gioia con cui si salutano gli amici più cari.
Non aveva altri parenti che la madre; ed anche con quella non viveva insieme, sebbene abitassero nello stesso casamento. La madre serviva una zitellona sola ed inferma giù nei mezzanini; un servizio pesante, perchè doveva fare da cuoca, da cameriera, ed anche da infermiera, di giorno e di notte, dormendo accanto alla padrona, e spesso vegliandola.
Al campo non poteva mancare il più caratteristico tipo garibaldino, la signora Jessie White Mario, infermiera, medichessa, diplomatica, corrispondente di fogli inglesi ed americani, soccorritrice con rischio di vita da una ad altra colonna, ambasciatrice fra gli eserciti, irrequieta e sempre britannicamente flemmatica, genio del bene e provvidenza di tutti.
Flora era una testa romantica, di quelle che non si arrestano davanti a nessuna poesia e a nessuna stravaganza: ed era anche naturale che Ezio nel suo egoismo, rincrudito ora dal castigo, trovasse comodo e bello d'aver vicino un aiuto in una così cara infermiera.
Massimo approvò questo consiglio e si offerse di essere compagno e guida. La zia Vincenzina mise quasi per condizione che anche Flora l'accompagnasse. Era un premio che la sua infermiera s'era ben meritato; e non avrebbe fatto male manco a lei un mese di riposo dopo si grandi strapazzi. Ma bisognava ottenere l'approvazione del signor Cresti, dell'impaziente fidanzato, che vedevasi offeso nei suoi diritti per ogni minuto sottratto alla sua felicit
Tolto l'amore che santifica, il sagrifizio si misura per quello che vale. E quanto potrebbe valere il suo? E sapeva ella se Leonardo stesso non preferisse le cure accorte d'una infermiera gi
Ammalatasi la vecchia Virginia, Ignazio le fece accettare Flavia per infermiera e col suo mezzo, e assiduamente vigilandola senza quasi permettere ch'altri l'avvicinasse, quando il corpo e la mente dell'infelice per l'aggravarsi del male s'andarono indebolendo, il ribaldo non trovò difficolt
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