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Il primo per epoca era un giovanotto, un po' parente, un po' amico della famiglia di Flavia, di condizione uguale per ricchezza e per nobilt

Flavia Steno parla in nome delle signore genovesi con sobria eloquenza, ma indugia troppo a descrivere le sofferenze eroiche e gli orrori della guerra che i miei soldati sono contenti di affrontare. Il sole di lava comunica per invisibili tubature col mio cuore, vasi comunicanti.

D’inverno le vie eran piene di mota; d’estate, di polvere. In una solenne adunanza dell’Accademia del Buongusto nel Palazzo del Principe di S. Flavia, in onore del Marchese di Regalmici, Onofrio Jerico conchiudeva con questa spiritosa sestina una sua laude al riformatore energico della citt

Flavia nasceva da un matrimonio misto: suo padre molto in alto, sua madre molto in basso, ed ognuno dei due le aveva data una natura. Aveva con la tempra robusta della madre, i gusti semplici e grandi, il desio di lotta, il palpito onesto e vivace, il soffio sano e gagliardo del popolo. Del padre aveva lo squisito sentire: la delicatezza dei nervi, le aspirazioni gentili. Insomma due coscienze; ma queste due coscienze si confondevano, si univano, ne formavano una sola, gli amori si riducevano in un solo e Flavia era felice, molto felice, avendo ritrovato nel modo più assurdo l'unit

Flavia si sentiva molto umiliata davanti a quel coraggio, essa che non poteva rinunziare al fastoso e vuoto lusso, ai giojelli inutili, alle mode costose: come le odiava tutte queste cose, come le odiava! Avrebbe voluto rinunciarci, castigare il suo corpo che viveva in quelle mollezze, esporsi al freddo, alla fame, e portare anche lei nel cuore quel tesoro di forza e di gioventù.

Vi erano delle ore in cui Flavia si sentiva penetrata, circonfusa da una grande soavit

Nel caso di Flavia la fatalit

Il povero Siccio, per l'amore che portava al bambino ed alla casa, fu il primo congedato quando la caterva dei paolotti penetrò nel Santuario domestico per impadronirsi d'ogni cosa. "E il ragazzo?" dimandava Suor Flavia ad Ignazio.

Gli osanna degli accademici al Vicerè Principe di Caramanico ed al Pretore Ferd. Monroy di Pandolfina, si confusero coi risentimenti contro il S.a Flavia, che col pretesto di doversi ritirare in Bagheria, avea chiuso loro la sua casa ospitale. Vicerè e Pretore furono generosi nello infondere nuovo vigore all’Accademia; il S.a Flavia parve smentire tutto il suo passato.

Questa qui è la storia di Everardo: uniteci un cuore passionato, un sistema nervoso irritabile, un paio di occhi ardenti, ed avrete un ritratto somigliante. Come è naturale, incontrò Flavia per le scale marmoree una giornata d'autunno scuriccia, con una luce diffusa e triste; ma Flavia era bionda, e sorrideva.