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Aggiornato: 4 maggio 2025


⁴¹¹ Il Basilio, a cui è diretta la lettera che abbiamo riprodotta, non può evidentemente essere Basilio il Grande, il vescovo di Cesarea, il compagno dei due Gregori nella lotta per l’unit

E quindi s'affolla la serie degli scrittori ecclesiastici d'ogni sorta, ed è una folla di grandi; sant'Atanasio l'eroe della guerra ariana, san Cirillo, sant'Ilario, sant'Eusebio, sant'Efrem, san Basilio, due santi Gregori, quel di Nicea e quel di Nazianzo, san Giovanni crisostomo, Arnobio, Lattanzio e il nostro sant'Ambrogio tra molti altri.

Il giornale fiorentino L'Alba cosí ne annunziava l'arrivo: «Stamani, a mezzogiorno, è arrivato a Firenze il generale Garibaldi con ottantaquattro uomini che lo seguono. È stato incontrato alla stazione della via ferrata Leopolda da eletta schiera di cittadini, da bandiere e dalla banda militare, che per via Borgognissanti lo hanno accompagnato alla casa De Gregori, in piazza S. Maria Novella, destinatagli per abitazione. Lungo il cammino la folla era immensa e plaudente; gli applausi sono divenuti piú fragorosi ed unanimi sulla piazza. Il Garibaldi si è fatto al terrazzo e ha pronunziato all'incirca le seguenti parole: Immensa è la gratitudine che io sento per voi, o Toscani. essa nasce oggi, ma rimonta a epoca piú lontana, all'epoca in cui il popolo toscano fu il primo a onorare quel poco che avevo fatto per l'America . Io credo però che la simpatia che mi dimostrate, più che all'individuo, sia al principio che intendo sostenere sui campi italiani, e in questo senso io vi debbo una maggior gratitudine. Il popolo toscano, senza far torto agli altri, è colto e gentile; ad esso spetta perciò maggiormente a dimostrare quanto gli stia a cuore e quanti sacrifici meriti la nostra patria. La vostra simpatia mi è cara, perché diretta alla causa italiana, per la quale ho combattuto. Sono persuaso che voi, Toscani, il piú intelligente e gentile dei popoli italiani, saprete nel tempo stesso esser quello che piú senta la vergogna della nostra posizione attuale. E non dubito che vorrete difendere fino all'ultimo istante quella causa per la quale tutti dobbiamo sacrificare le sostanze e la vita. Nuovi applausi. Il sig. Niccolini, romano , ha dette calde parole analoghe alla circostanza, chiudendo: Viva Garibaldi, viva l'Italia. Il Garibaldi si è ritirato: nuovi strepitosi applausi. Garibaldi, ritornato solo sul terrazzo, ha detto: La mia anima è con voi, o Toscani; dovunque mi conduca il destino, la mia anima rester

Questo destò ne' papi la nuova ambizione, il nuovo vizio del nepotismo che guastò da Sisto IV in poi tanti papi; che, per quasi un secolo, fu arcano o piuttosto sfacciata massima di lor politica, ed abbandono della grande e nazional politica papale, proseguita da' loro gloriosi predecessori; che diminuí poi, diminuita la potenza de' papi, ma' fu anche allora impiccio, impoverimento del loro Stato; e che nell'un modo e nell'altro, essendo vizio il piú anticanonico di tutti, ambizione personale, piccola, interessata, e tanto minore delle grandi ed ecclesiastiche ambizioni dei Gregori e degli Innocenzi, conferí forse piú che null'altro a diminuir la dignitá, la potenza del papato nella pubblica opinione per tre secoli, fino all'immortal Pio VII. Sisto IV voleva far uno Stato al nipote Riario.

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