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Aggiornato: 21 giugno 2025
«Saranno quaranta.... tre paiono i principali: uno ha lo scudo nero con le goccie d'argento, l'altro ha l'impresa di un cuore passato dalle freccie, il terzo porta una bandiera.... bianca.... con aquila rossa.... e la insegna dei fuorusciti fiorentini... Che colpi! misericordia! che colpi! si fanno fuggire dinanzi mille soldati.... quanto sangue bagna la terra!»
Infatti alcuni birri eran comparsi sulla soglia della porta, e dietro ad essi subito uscì fuori Nello pallido, esterrefatto, atterrito dinanzi a quella folla, coi capelli irti sulla fronte, sulla quale gli scendeva a grosse goccie il sudore. I mercatini lo salutavano con esclamazioni bestiali, gli mostravano i pugni, rompendo in motti di scherno.
Quelle due mani, però non si staccarono sì presto, ed i duellanti chiedendosi reciproco perdono, si abbracciarono commossi, lasciando ciascuno cadere dagli occhi due goccie limpide, che assomigliavano a brillanti davvero non chimici!
Il professore doveva essere un mago, aveva proprio indovinato: Mario faceva il ritratto del Damiati in piedi su un pulpito, in atto di predicare. Il professore Damiati, la mattina dopo, mentre un bel sole di autunno indorava la cima delle colline e le goccie di rugiada tremolavano sull'erba dei prati, chiamò, passando da casa Morandi, i ragazzi per condurli a passeggiare sulla collina.
Così pensando, si tolse dal vano della finestra, ov'era rimasto fino a quel punto; corse allo stipo, e aperto un cassettino, ne cavò una boccetta che gittò sdegnosamente a terra. Il cristallo si ruppe, e quelle poche goccie di liquore che v'erano rinchiuse, spruzzarono il pavimento.
Caddero, uno dietro l'altro, i giorni, come goccie stillanti, lente, limpide, uguali. Fluirono i mesi. Svanirono gli anni. Ed Edith li varcò con passo leggiero e sempre più leggiero. Ma ancora e sempre il desiderio di rivedere Nancy le mordeva, con dente avvelenato, il cuore.
La parte migliore del giorno è il mattino quando il sole non ancora visibile sull'orizzonte, manda avanti a sè i suoi raggi di fuoco che indorano e fanno brillare pari a gemme le terse goccie di rugiada che coronano i petali dei fiori, quando gli uccelletti appena svegli ringraziano col loro allegro cinguettio il sole nascente, il padre della vita! Quanta gioia, quanta felicit
Non si potea per essa conoscer la paura. Appena circondata dall'acqua amara e pura, Era nel suo elemento; e quando poi serena E allegra uscìa dai flutti, simile a una sirena, Il suo bel corpo bianco destava meraviglia. Pareva il mar sua culla, ella del mar la figlia; Del vasto oceano ignoto ognor sentiasi amica Ed ignorava ancora che fosse la fatica. Con le braccia sublimi qual di marmo animato L'Ellesponto ella pure avrìa attraversato Senza paura ed anco senza desir d'amore! E spesso nella calma estiva e verso l'ore Pesanti del meriggio, scotendosi le goccie, Usciva tutta gaia, e in sulle ardenti roccie Si coricava offrendo del sole ai caldi baci Le giovanili forme innocenti e procaci. L
Tu? disse finalmente, balzando indietro e tremando. Io. Tu.... sciagurato!... apposta?... apposta?... perchè rimanessimo uccisi? Drollino scosse il capo. Non loro due.... io non sapevo che ci fosse anche la signora.... Volevo.... solamente lei.... Sulle tempie del Duca scorrevano grosse goccie di sudore. Tu sclamò ancora tu? ma perchè? cosa t'ho fatto?
Prese alcune goccie di laudano e si coricò presto. Nella notte non ebbe sofferenze gravi; pur non si sentiva bene; aveva la bocca cattiva, la salivazione abbondante, a due riprese si destò in sussulto dall'assopimento prodotto dall'oppio, e si mise a sedere sul letto per liberarsi dall'acqua che le montava alla gola. Ma che cos'aveva, Dio buono? che cos'aveva? Sul far del giorno le parve di star meglio e sperò di cedere a un sonno riparatore. Ma non dormiva da un quarto d'ora che gi
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