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Vedea Timbreo, vedea Pallade e Marte, armati ancora, intorno al padre loro, mirar le membra d'i Giganti sparte. Vedea Nembrot a pie` del gran lavoro quasi smarrito, e riguardar le genti che 'n Sennaar con lui superbi fuoro. O Niobe`, con che occhi dolenti vedea io te segnata in su la strada, tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!

Lo ’mperador del doloroso regno da mezzo ’l petto uscia fuor de la ghiaccia; e più con un gigante io mi convegno, che i giganti non fan con le sue braccia: vedi oggimai quant’ esser dee quel tutto ch’a così fatta parte si confaccia. S’el fu bel com’ elli è ora brutto, e contra ’l suo fattore alzò le ciglia, ben dee da lui procedere ogne lutto.

Chi è che non abbia palpitato e pianto sui casi dei Romeo, commosso nelle viscere dal racconto delle loro tante virtú, dei loro tanti sacrifizi e del loro immenso valore? Eccoli. Anche i due Romeo sono con noi. Onorate, o cittadini, questi altri prodi d'Italia, questi altri eroi dell'antica terra dei giganti e dei prodigi.

O sogni, o mie speranze d'una volta! tornava a dir nel suo cuore dove siete adesso? Quand'io non contava più di dieci anni, aveva trovato un compagno, e lo amava tanto, e credeva di poter passare con lui tutta la vita. Il mio cuore, fin d'allora, cominciò a battere per le cose che mi somigliavan grandi e belle!.... Mi ricordo ancora di quelle sere che, raggruppato fra le ginocchia di mio padre, io pendeva dalla sua bocca; osava respirare, al sentirlo raccontare i tempi della repubblica, le prime battaglie dei Cisalpini, e ripetere il nome di Bonaparte! La Stella, ch'era ancora ben piccola, mi guardava e nascondeva il viso nel vestito della mamma; ma io sguizzava di consolazione, superbo che mio padre si fosse trovato in quelle guerre di giganti. Povero padre! è morto ignoto, dimenticato, altro a noi lasciava che il suo antico onore!... Poi quando, ancora in quegli anni, io fuggiva di casa, e l

Esser pöeti è librarsi giganti Sull'universo e, in raccolti, vivere Animati da incognita scintilla; È accogliere del par sorrisi e pianti, Inni e bestemmie, rantoli e vagiti; È scrutar con impavida pupilla I misteri infiniti;

I miei baci errabondi creavan senza posa il tuo corpo nell'aria della notte!... Ma tu, ma tu che hai, amor mio?... Il cuore ti scoppia... tremi tutto... oh! perchè, dimmi perchè ti vedo ansimare così!... Saliti ho i gradini a passi giganti, come si sale con la spada in pugno la scala d'una torre, per piantarvi una bandiera di vittoria!

Entrano in scena i grossissimi calibri. Sulle bottiglie, i bottiglioni di esplosivo inebriante crollano ormai i barili giganti. E la frenetica gioventù baldanzosa dei gas a lungo compressi si scatena nella domenica di tutte le libert

Secondo le storie de' giganti che per la divina e filosofica scrittura si conta, una superbia dall'et

Accompagnato il doge ne' suoi appartamenti, i sedici personaggi, passando in mezzo agli alabardieri della Republica, discesero per quella scala così nota, sulla quale rotolò la testa di Maria Faliero, chiamata la scala de' Giganti, e attraversato il cortile usciron fuori sulla piazza.

La sera colava il suo olio, dai bronzei riflessi di cangianti putredini, e le onde n'eran tutte impeciate... Burrasca! burrasca! mugghiavano i marinai. Vidi, attraverso i vetri, carene d'ebano angolose, fumanti come incudini, e, nella bruma, giganti fuligginosi che martellavano spade arrossate a un ardentissimo fuoco!