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Aggiornato: 16 giugno 2025
Ah! è vero.... sicuro.... l'avevo dimenticato.... Ce l'ho mandato io per sapere come quel povero Marone sta del suo braccio.... Della sua gamba, vuol dire; la è una gamba quella che s'è slogata.... Sì, sì: è ben ciò che intendo io, una gamba.
Ah! ah! ah! ah! ah! sghignazzò Marco Scaramelli affrontando il genero e facendolo rinculare verso il centro del cortile, con una forza che nessuno si sarebbe aspettata dalla parte di un vecchio così male in gamba. Qui voglio restare! esclamò. Qui. Tu mi devi mantenere. Io non ho altri.
Ieri il dottore mi ha detto che ne avevo per un'altra settimana. M'ha rifatta la gamba a nuovo. Che uomo, benedeto, che grande instituzione la chirurgia! E dici addio alla suora? Accidenti! Sei un bel seccatore tu, con la tua suor Carmelina! Guarda, ieri ella m'ha... mi ha... come si dice? Intenerito? Intenerito? M'ha fatto stomacare. È come tutte l'altre; sempre le stesse!
Sbarrò gli occhi, sporse le labbra, si fece la croce con la mano manca, poi si grattò la gamba, e tornò ad ammammolarsi. Eran circa trent'anni che serviva in quella casa, mai i padroni avevano fatto così tardi! Giovanni si svegliò al canto del gallo: aveva dormito poco e male.
È lei il responsabile. Lei deve pagare. Io non voglio conoscere altri che lei. A tale minaccia il giovanotto sorrise e negli occhi gli passò un lampo che l'usuraio colse a volo. Stia bene in gamba, giovinotto. Lei crede di avermi imbrogliato allegramente, perchè non è ancora maggiorenne? Ma io lo faccio metter dentro. Lo faccio metter dentro, perchè ha garantito colla sua firma un nome falso.
Viva l'Italia! esclamò il direttore, alla stazione, rivolto a Taddeo, che gli teneva dietro, traballando sulla gamba di legno, con tutte le decorazioni rilucenti e tintinnanti. Viva l'Italia! Evviva! colonnello.
64 Fra l'una e l'altra gamba di Fiammetta, che supina giacea, diritto venne; e quando le fu a par, l'abbracciò stretta, e sopra lei sin presso al dì si tenne. Cavalcò forte, e non andò a staffetta; che mai bestia mutar non gli convenne: che questa pare a lui che sì ben trotte, che scender non ne vuol per tutta notte.
Rassicurati: la disgrazia c'è, ma è piombata addosso al signor Marone. A questo nome l'ortolano allargò le orecchie. Il signor Marone! Che cosa gli è accaduto? Egli è costassù in casa tua, sul tuo letto, con una gamba rotta o slogata che sia. La vuol dire il proprietario di questa casa? domandò Matteo intromettendosi. Precisamente. Egli è appunto il mio padrone di cui debbo cercare.
Ma che hai fatto mai in tutto questo tempo? disse Elisa al fratello, non appena egli rientrò in cucina collo schioppo in mano. Noi siamo qui trepidanti da un quarto d'ora! Guarda qua il nostro Lord, che fa sangue da una gamba, sembra però cosa leggera, e tu dove sei stato? Che è accaduto? parla.... Oh! nulla nulla, rispose Alfredo.
Il Corvino, intanto che il fratello Omobono parlava di questo modo, ascoltava e pensava nel medesimo tempo. A un tratto interruppe il fratello: Se qualcheduno, gli disse, volendo far qualche cosa per il marchese, avesse bisogno ch'egli si trovasse in Milano domani, la sua ferita gli permetterebbe di venirci? Crederei di sì, quantunque sulla gamba fasciata non si possa regger ancor bene.
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