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Aggiornato: 4 luglio 2025
FULVIA. Fessenio mio, torna presto. FESSENIO. Cosí farò. FULVIA. Ahi infelice Fulvia! Se io cosí troppo sto, certo io me morirò! Misera! che far devo? SAMIA. Forse lo spirito lo moverá. FULVIA. Deh! Samia, poi che il negromante sta tanto a venire, torna a ritrovarlo. SAMIA. Cosí mi pare; e non ci voglio perder tempo. FULVIA. Raccomandagli questa cosa. E torna presto.
Ella se ferma in su l'uscio. Anderò da lei e le darò speranza di Lidio suo perché è d'avere ormai compassione della poveretta. FULVIA, FESSENIO servo, SAMIA serva. FULVIA. Guarda, Fessenio mio, se io sgraziata sono! ché, in loco di Lidio, trovai questa bestia di mio marito, col quale mi son però salvata. FESSENIO. Tutto ho visto. Tirati piú drento, ché altri in questi panni non ti veda.
LIDIO. Belli son certo; e piú che non sapete voi. FESSENIO. Di ciò a bell'agio parleremo. Attendasi oggi a quel che piú importa. Dissi lá drento a Fulvia questa esser Santilla tua sorella: di che ella si mostrò oltra modo contenta; e conchiusemi al tutto volere che sia moglie a Flaminio suo figliuolo.
«Pensai che Gualfardo gli avesse scritto che rinunciava alla mia mano. « Vuoi dirmi di Gualfardo?... domandai. « No, cara. Ti parlerò anche di lui, ma quello è il più caro, il più consolante de' miei pensieri. Debbo dirti una triste, triste notizia; si tratta di me, Fulvia, del tuo povero babbo... «Era profondamente commosso; la sua voce tremava.
SAMIA. Onde vengon questi denari? LIDIO maschio. Da lei. LIDIO femina. Da l'amorosa. SAMIA. Oh fortuna! Ancor non son chiara. Ditemi: chi è l'amorosa? LIDIO maschio. Fulvia. LIDIO femina. Fulvia. SAMIA. Chi è il suo caro amante? LIDIO maschio. Io. LIDIO femina. Io. LIDIO maschio. Chi? tu? LIDIO femina. Io, sí. LIDIO maschio. Anzi, io. SAMIA. Uh! uh! uh! In malora! Mò che cosa è questa? Saldi!
Non chiedermene il perché, soggiunse Fulvia subitamente; verr
Paolo levò gli occhi attoniti, per vedere se nell'espressione di lei potesse afferrare il senso arcano di quella domanda importuna. Ma trovò così splendidamente bello e vivido il suo volto, che il breve e ingiustificato sospetto si trasformò tosto nel suo pensiero in una deliziosa sensazione d'amore. Come siete bella! esclamò, dimenticando l'inchiesta di Fulvia.
Sento che non avrei bel gioco narrando io stesso le mie gesta da questo punto innanzi. Più tardi, molto più tardi, il caso mi pose tra le mani il giornale di Fulvia. Se qualcuno può dare un giudizio vero, equo, delle azioni d'un uomo e de' suoi sentimenti, è la donna che lo ama.
Non lo sapete abbastanza? Ed io pensai che infatti lo sapevo, che ne ero certo; e che ero soltanto molto infelice del suo impegno con quel soldatino di piombo, e della sua partenza. E volli esprimerle tutto ciò; e la fissai languidamente e le dissi: Mi amate, Fulvia?
Fulvia gli sorrise e si allontanò. Quel breve dialogo affettuoso bastò a esilarare lo spirito rabbujato dell'
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