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Aggiornato: 4 giugno 2025
SAMIA. Niente, pare a me. FULVIA. Pure? SAMIA. Che lo spirito gli ha risposto... Oh! come diss'egli? Non me ne ricordo. FULVIA. Sia col malanno, cervel d'oca. SAMIA. Oh! oh! oh! Io me ne ricordo. Dice che gli ha risposto anghibuo. FULVIA. Ambiguo, vuoi dir tu. SAMIA. A quel modo, sí. FULVIA. Non dice altro? SAMIA. Che di nuovo lo pregherrá. FULVIA. Altro?
Non appena è assicurato che FULVIA. è uscita, si avvicina rapidamente a NICOLETTA. Presto, non c'è un minuto da perdere. Piero, certamente, è andato in cerca di me, e, non trovandomi, torner
Allora, se ci tornate.... Gliene porto una dozzina. Infine, nessuno viene alla Villa? Ugo? Ab! ma sei insopportabile, Fulvia. Tu credi che la gente abbia niente da fare come te? Pucci, la congedo. Lei ha da lavorare e se sta qui, questa testolina sventata.... Ride, per darsi un contegno, e porge la mano a NICOLETTA. Arrivederci, amico mio. Colonnello, sono ben lieto di averla conosciuta.
E le forme vaghe di vaghe speranze alate sembravano delinearsi più e più nel vuoto infinito. «Quell'epistola era abbastanza breve perchè io possa riportarla qui per intero: «Fulvia! «Dicono che un uomo affetto da spinite, quando è seduto, crede di poter camminare come chicchessia. «Lo stesso è accaduto a me. Credevo di poter ancora amare e mi sono ingannato.
Ma anzichè udirmi rispondere qualche dolce parola, sentii una mano irritata strapparmi la tazza di thè, gettarmi fuori dalla pagoda, ed una voce ironica, senza note di petto, dirmi all'orecchio: Destatevi. Come siete brutto quando dormite! Apersi gli occhi trasognato. Avevo dormito come uno sciocco nella famosa poltrona di Fulvia. E quel ch'è peggio avevo dormito brutto.
Fulvia ha cangiato progetto, pensai. Trovandosi in paesi sconosciuti, tra i villaggi, dove il giornalismo non è l
Fulvia alzò gli occhi luccicanti, tentò ripetutamente di parlare, poi vedendo di non riuscire, s'abbandonò, spossata, sopra una sedia, il capo fra le mani tremanti, la gola strozzata da un singhiozzo. L'
«A quelle parole del babbo, io, che avevo sempre pianto in silenzio nelle sue braccia ascoltandolo, non potei più frenare i miei singhiozzi, e mi abbandonai ad un pianto convulso, disperato. Il babbo piangeva anch'esso; mi baciò più volte con trasporto, e ripigliò: « Via, non tormentarti, Fulvia. Vedi che ho potuto riabbracciarti. Chi sa; potrò forse ancora durare a lungo: sono malattie lente. Ma, per la mia tranquillit
Fulvia, malgrado le angoscie del dubbio, che sono l'eterno tormento dell'umano pensiero, era profondamente religiosa. Il materialismo, che per lei era la mortalit
Bella conversazione! esclamò ad un tratto donna Fulvia, prorompendo in una risatina secca, nervosa. Egli la guardò, attonito. Non
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