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Aggiornato: 14 giugno 2025
Gina! gridò la voce della vecchia dal fondo della scala. Gina era fuggita. Scivolò al bujo dalle scale, corse pel vicoletto, scappò via, mentre accendevano i primi lampioni.
Ah, mamma, perché vuoi essermi tremenda fino all’ultimo? Come ti posso aiutare? che cosa ancóra ti posso dire? Sono fuggita, sì, perchè so resistere a tutto e non resisto alla tua presenza. Dal giorno che ho pensato contro di te, mi sono recisa da te. Ora il dubbio è divenuto certezza. E tu non ti discolpi. E sono io che debbo fuggirti e tu m’insegui; mentre, se io fossi in te, vorrei gi
Dolorosa in me si ridesta l'orma delle passate cose, perchè pur mi ricorda la luce alma che bevea cogli occhi ora ottenebrati e muti, e mi richiama i lieti giorni della mia fuggita gioventù. Ma poichè tanto desìo vi prende, pur nella mia fantasia si risvegliano i racconti che per lungo ordine di tradizione si tramandavano dai nostri avi ai giovinetti di questo casale.
Il marinajo era pallidissimo: nel suo aspetto aveva qualche cosa di duro e di tetro, che non gli era abituale. La signora Lorini ne rimase tosto colpita. Che avete mai? gli chiese. Ho ritrovato Gabriella, signora. Che? sarebbe vero? e dov'è dessa? dove è stata sinora? Con chi era fuggita?
Un altro magistrato, mio amico, mi scrive da Lucca che la marchesa Flabelli è fuggita col tenore Ottavini... Sempre bene informato il nostro presidente! diceva in atto estatico l'auditore Lechini. Ora dunque passiamo agli affari! osservò il presidente, interrompendo ad un certo punto la conversazione. Era tornato molto serio.
GHERARDO. Virginio, io ho avuta la piú onorata moglie che fusse in questa cittá e ho una figliuola che è una colombina. Come vòi ch'io mi metta in casa una che s'è fuggita dal padre e va per questa casa e per quella vestita da maschio, come le disoneste donnacce? Non vedi ch'io non trovarei da maritar mia figliuola? VIRGINIO. Passato qualche dí, non se ne ragionará piú. Che credi che sia?
Lunga la barba e di pel bianco mista portava, a’ suoi capelli simigliante, de’ quai cadeva al petto doppia lista. Li raggi de le quattro luci sante fregiavan sì la sua faccia di lume, ch’i’ ’l vedea come ’l sol fosse davante. «Chi siete voi che contro al cieco fiume fuggita avete la pregione etterna?», diss’ el, movendo quelle oneste piume.
Gli occhi mi si offuscarono, le gambe mi traballarono come se dovesse mancarmi il terreno sotto ai piedi, dovetti appoggiarmi al muro per non cadere. Il mondo mi pareva trasformato, capovolto. Una volta... ai miei tempi... la contessa era fuggita... adesso mia figlia rimane... e ricambia i baci... ah civettuola!... non c'è dunque più ritenutezza, nè pudore, nè modestia... nemmeno nelle fanciulle!... ed io pensavo alla mia timidit
Mortella! La figlia sobbalza alla voce improvvisa, e si volge. La madre si slancia verso di lei. Ti trovo finalmente! Perché sei fuggita? perché m’hai lasciata così? T’ho cercata da per tutto. Mi sono trascinata da per tutto. Non so come non sia morta di schianto. Figlia, figlia, aiutami, che non ne posso più! Ella s’abbandona sul sedile di pietra, come in punto di venir meno. Mortella.
«Rammentai a' miei compagni il grido di donna che avevo udito nel Ghetto la notte del delitto, prima che essi giungessero con l'Ispettore a cercare il ferito... Di sicuro la donna, che aveva gettato quel grido, era la stessa che aveva lasciato il suo velo nella misteriosa stanza del Vicolo, dalla quale era fuggita con Isacco dopo il delitto... Era la donna, che si trovava nella camera d'Isacco la notte in cui io aveva sparato la pistola...»
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