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Aggiornato: 27 maggio 2025
Ecco quello che mi occupava... che mi ha per tanti mesi occupato... Alla fine avevo rinunziato, lo confesso, alla speranza di riuscire a identificare l'orma di quel piede... Molto tempo dopo, riflettendo al delitto... non pensavo mai ad altro... mi rammentai che una notte del 1831, mentre ero di servizio, in uno degli androni del Ghetto, avevo udito certi insoliti rumori, i quali mi avevano insospettito... Ero entrato nell'androne... avevo visto gente a qualche distanza in una stanza aperta e illuminata... due uomini che gesticolavano, e un'ombra di donna, che appariva di tanto in tanto sulla parete... Inciampai in un ferro... subito il lume fu spento... Rimasi al buio nel lungo androne nel quale gettava qualche bagliore la mia lanterna...
«Io venni in Italia, signora, al servizio del mio paese. Una mischia ne' monti colle bande di Montoni mise in rotta il mio distaccamento, e fui preso con alcuni altri. Quando seppi d'essere prigioniero di Montoni, questo nome mi colpì. Mi rammentai che vostra zia aveva sposato un Italiano di tal nome, e che voi li avevate seguiti in Italia. Non potei però sapere con certezza, se non molto dopo, che costui era quello stesso, e che voi abitavate sotto il medesimo tetto con me. Non vi stancherò dipingendovi la mia emozione allorchè seppi questa nuova, la quale mi fu data da una sentinella che potei sedurre fino al punto di accordarmi qualche ricreazione, una delle quali m'interessava assai, ed era pericolosissima per lui. Ma non fu possibile indurlo ad incaricarsi d'una lettera, e di farmi conoscere a voi. Temeva di essere scoperto, e provare tutta la vendetta di Montoni. Mi somministrò però l'occasione di vedervi parecchie volte. Ciò vi sorprende, ma vi spiegherò meglio. La mia salute soffriva molto per mancanza d'aria e d'esercizio, e potei finalmente ottenere, dalla piet
Appunto in uno dei giorni in cui più forti soffrivo la molestia della stagione e la paura del mio ozio, mi rammentai d'un tratto che Laura Uglio abitava sul corso Alessandro Manzoni, e una viva curiosit
«Rammentai a' miei compagni il grido di donna che avevo udito nel Ghetto la notte del delitto, prima che essi giungessero con l'Ispettore a cercare il ferito... Di sicuro la donna, che aveva gettato quel grido, era la stessa che aveva lasciato il suo velo nella misteriosa stanza del Vicolo, dalla quale era fuggita con Isacco dopo il delitto... Era la donna, che si trovava nella camera d'Isacco la notte in cui io aveva sparato la pistola...»
Parola Del Giorno
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