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Aggiornato: 13 giugno 2025


Era mastro Bernardo che compariva sull'uscio di casa, col vassoio de' bicchieri in una mano e col suo fiasco prezioso nell'altra. Mai fiasco e bicchieri furono raccomandati a più trepide mani, e ben se ne avvide il Picchiasodo, che, voltatosi a quel grido improvviso, fu sollecito a sostenere que' dolcissimi pesi.

Ancora il bimbo che piange, il fiasco rotto a terra in un liquido scuro e sospetto, e la stessa donnetta che dice a due o tre pietosi: È scivolato, poverino, e ha rotto il fiasco.... Se va a casa, suo padre lo scanna!

Io vorrei vedere piuttosto uno sbirro, che un fiasco vuoto. E poi levarci anche i dadi! Le sono crudelt

Antonio sottopose le spalle alla cassa armonica, infilò le cinghie, a cui è raccomandata, tolse in mano il cavalletto, e trasformato in Orfeo, andò a spargere i suoni e l'allegria per le strade di Milano. Intanto che egli fa i primi esperimenti della nuova arte, vediamo ciò che succede in un'osteria situata sul corso di Porta Comasina. I bevitori vi sono in gran numero, vuotano bicchieri a profusione, giuocano alle carte e alla mora, e fanno un baccano che assorda il luogo, contaminato da un fumo denso e pestifero di tabacco. Sieno pure i tempi infelici e caro fin che si vuole il vino, ma gli ubbriaconi trovano sempre il modo di soddisfare il vizio. In una stanza appartata siedono ad una tavola due personaggi con davanti un gran fiasco di vino, un piatto di salame, un pollo arrosto, un pezzo di torta, ed altre squisitezze gastronomiche. L'uno è Tribolo, e l'altro il ricco bottegajo, che celebrano la buona riuscita della loro impresa. Tribolo ha l'aria gioiosa e trionfante di chi ha riportato una vittoria. Egli mangia con tanto appetito e gradimento, che è un piacere a vederlo. Fra un boccone e l'altro mostra dello spirito, e dice una barzelletta allusiva alla prossima felicit

Continuava la solita vita; in miniera quel tanto che occorreva, poi a casa davanti al suo fiasco di vino e con la sua pipa in bocca, oppure nella valle dietro a qualche amorazzo. Invece Maria era piena di ansiet

Ormai pronto a partirsi per Lamagna, Corrado la maggior parte dei Baroni aveva raccolto a Lavello col pretesto di magnifiche feste, ma in sostanza per ispiarne i sentimenti, e spengerli tutti alla occasione. Trapassarono le feste, e fu imbandito l'ultimo banchetto: sedeva Manfredi in faccia a Corrado, e con molte parole ora cortesi, ora amorose, lo lusingava; all'improvviso si levò in piedi, e vôltosi verso un donzello saracino gli disse: «Alì Haggì, pel Profeta che ha visitato, porgimi di quel buon vino col quale Federigo soleva propinare alla salute di sua casaIl Saracino gli porse un fiasco di argento, Manfredi n'empì una tazza (la sua era gi

Per ciò, e in breve tempo, ella si trovò affatto libera di andare, venire, stare e ricevere chi meglio le accomodava. Una volta sola il Della Valle mise innanzi un bel no; ma fece fiasco. Il fatto successe nell'occasione che fu presentato alla duchessina il marchese di Vharè. Ti prego, Lalla, di non invitarlo in casa nostra... mi è antipatico; e poi... compromette tutte le donne!...

Qui si mise a piangere, e depose il fiasco. Il suo dolore rinnovò quello di Emilia, che si avvicinò a lei, e guardolla attentamente come oppressa dalla riflessione ch'essa piangeva per Valancourt. La buona vecchia però, asciugando le lagrime, si fece coraggio, e le disse: «Per carit

Carlotta e Adele rimasero convinte che la visita di Nancy era stata un fiasco. Certo aveva fatto delle gaffes!... Si era dimenticata di fare riverenze e non aveva mai detto «Maest

Provvisto di un voluminoso gomitolo di filo, un mazzo di torcie, pane in sacoccia ed un fiasco di vino a tracolla, mi avventurai di buon mattino nel seno della terra, legai un capo del filo all'entrata della catacomba e cominciai il mio misterioso viaggio. Cammina cammina, sotto quelle tetre volte, più avanzavo e più cresceva in me la curiosit

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