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Aggiornato: 25 giugno 2025
L'alaccie grandi avean, deformi e brutte; le man rapaci, e l'ugne incurve e torte; grande e fetido il ventre, e lunga coda, come di serpe che s'aggira e snoda. 121 Si sentono venir per l'aria, e quasi si veggon tutte a un tempo in su la mensa rapire i cibi e riversare i vasi: e molta feccia il ventre lor dispensa, tal che gli è forza d'atturare i nasi; che non si può patir la puzza immensa.
ESSANDRO. Non son còlto dal fango o dalla vil feccia del populazzo, come tu dici; ch'io son genovese. E se ben devrei tacer la famiglia per non macchiar lo splendor di tanta nobiltá con la mia mattezza, pur vo' scoprirlati. Son di Fregosi. NEPITA. Perché in questo abito? che util cavi di questa pazzia? ESSANDRO. Lo saprai, se m'ascolti.
Era grande e grosso come un facchino, e vestiva da sacristano: sulla sua feccia da villan rifatto voleva mettervi a forza qualche cosa di umile, di piacevole, di benigno, e non riusciva che ad una smorfia; teneva gli occhi abitualmente rivolti a terra, ma li alzava spesso verso il cielo.
Che farebbeno eglino costoro se gli promettesse la ricchezza di Creso, ovvero quella di Alessandro molto maggiore, che fu portata da quaranta mila muli, se noi crediamo a Quinto Curzio, ovvero a Plutarco, che disse: con dieci mila muli e cinque mila cameli, basta che dia a questa feccia d'uomini tanti piaceri, quanti non ebbe mai nè Sardanapalo, nè Sandiride, nè Stratone?
Non si trattava più per lui soltanto di scoprir l'innocenza di Nello, di scovar il vero autore dell'assassinio commesso sul pittore Gandi, ma si trattava eziandio di provare che l'assassino era un suo collega, di mostrare che la polizia degenerava, che andava troppo abbassandosi, raccogliendo i suoi agenti nella feccia dello stesso volgo.
Perciò le meretrici furono sempre considerate come la feccia e l'obbrobrio della specie umana. Non basta dunque che una meretrice dica al confessionale quante volte abbia fornicato, ma deve dichiarare il suo stato di prostituta.
Quell'antica innocenza villereccia, un tempo celebrata da' poeti, non avea piú né seme né corteccia, il rossor, il pudor si stavan cheti; perocché certi paladini feccia, o vogliam dir filosofi discreti, che villeggiavan l'autunno e la state. avean le villanelle addottrinate.
Bagascia! per essere giusti, invece di uno solo sarebbe abbisognato ammazzarne sei o sette, perchè ella con sei o sette amoreggiava. E che feccia di gente! vecchi e giovani senza distinzione. Quando si ha il bernoccolo della lussuria non c'è nè anche il papa che ce ne possa guarire. E se egli l'avesse proprio sposata? chi sa quanti dispiaceri, quante disillusioni.
Non avevo più meco la cassetta dei colori; da molto tempo non guardavo più intorno a me, ma frugavo dentro di me, nel cuore, a ricercarvi alcune rime, alcune strofe dimenticate, feccia umana del generoso liquore che un dì in me traboccava. Quando fui al guado dello Strona, un tristo pensiero mi colse.
È per altro un assai bell'uomo, il conte. Che mi fa a me di questo, quando ci è quell'odore che guasta tutto, e poi e poi.... A questo punto il conte lor passava ancora dinanzi. Vedi se tutta non è immaginazione? Perchè di' questo? Non hai sentito che forte odore di canfora e d'acqua nanfa ha lasciato dietro di sè il conte? e tu sentivi la feccia di vino.
Parola Del Giorno
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