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Aggiornato: 1 giugno 2025
Qui, al contrario, non più affanni, nè cure moleste; lo spirito tranquillo, non isviato da importuni pensieri, non stimolato da febbrili ansiet
O gran popolo delle fiamme, perchè mai simulare con la chimica turbolenta dei vostri febbrili accoppiamenti, perchè mai simulare davanti a me gli stomachevoli latticinî della luna, e a volta a volta il balzo danzante d'una madonna d'oro lanciata contro l'azzurro da un'esplosione di preghiere? O mio Motore! Ecco gi
Qui la gente dimora tutta nel fondo della valle. Si vedono bensì su per le coste della montagna e fino rasente le ghiacciaie, dei casolari pastorizi (chiamati Meire, Grangie o Alpi); ma a questi salgono per lo più i mandriani della pianura e non vi soggiornano che i tre mesi della state. L’inverno, quelli del paese o s’industriano trafficando intorno per il mondo o si tappano nelle stalle e vi impigriscono in minuterie tranquille, e pulite che sembrano trastulli. Per essi il lavoro invernale, meglio che di sostentare la vita, è un mezzo di ammazzare la giornata e più la sera. Si baloccano in piccoli ordigni per aprir l’uscio o la botola del fieno senza muover di posto, per abbassare dall’assito, ond’è rivestita la parete, un piano che faccia da tavolino e rialzarlo senza che ne appaia la mostra, si lambiccano il cervello a perfezionare le morsette di legno destinate ad assicurare contro il vento i panni sciorinati al sole, o a trovare un nuovo congegno per l’aspo o una nuova zangola per sbattervi il burro. I più utilitarii fanno mestole o cucchiai di legno, o riparano le minute avarìe della casa. Da ciò deriva alla casa un’aria agiata e patriarcale, che non inganna. L’alta montagna elesse i suoi abitanti. È avvenuta la naturale selezione darwiniana: chi non ebbe forza e sostanze da camparvi con agiatezza, o dovette soccombere o ne sloggiò. La miseria della quale vedremo tanti impensati esempi nel basso, non è compatibile colle asprezze del clima e cogli scarsi prodotti del suolo alpino. La frase pare paradossale, ma non è. La terra frutta così poco, che solamente i ricchi ne posseggono, e non essendovi traffichi nè industrie, chi non ha rendite o possedimenti, non trova la via di campare. Nei villaggi della regione alpina non vi hanno mendicanti o ve li attira nella buona stagione la ressa dei forestieri; non vi si incontrano quei visi sparuti di morente, quegli occhi febbrili pieni di timidit
Mattia, Mattia.... Non ho sognato? È vero quello che tu mi hai detto? che mi vuoi bene ancora, che mi credi degna di te?... Eravi in queste sue domande febbrili, concitate, tanta effusione e tanta ansiet
Poi rivedeva ancora quell'uomo giovane, che l'aveva accarezzata sino all'ultimo momento, gittandosi su lei con le mani febbrili; ma anche allora i suoi occhi accesi sorridevano e le sue mani nel farle male non erano come quelle della mamma, le poche volte che da piccina l'aveva percossa.
E neppur Lalla ci si arrischiava a esser lei, e però di tanto in tanto fissava Giacomo con un'occhiata ch'era un rimprovero, un lamento e una preghiera, poi riabbassava il capo come mortificata, sfilando, con un moto delle dita febbrili, le frange dello scialle.
Celava il volto in mucchi di rose rosse, fresche e simili a labbra innamorate; si chiudeva in lunghi silenzii o prorompeva in risa febbrili.... Neppur l'alba riusciva ormai a quietarla: neanche il torpore suppliva al sonno. Cercava i narcotici, che distendono il corpo quasi sopra nuvole di bambagia. Fuggire!
Ad un tratto il drappo nero si mosse, e dalle pieghe sporse una mano che ne ghermì la frangia, la strappò, la strappò: apparì fuori il volto di Ildebrandino, paonazzo, furente, soffogato: gli occhi si ficcarono sulla pergamena segnata di croci e di grossi caratteri: si spalancarono, ma furono accecati dalla cenere che vi cadeva dal drappo sempre più scosso dalle mani febbrili.
Come un cane fedele guida un cieco, Pagiolin ha guidato l'aquila di ferro e tela accecata dalla bufera. Ora volano insieme a trecento metri sopra i lavori febbrili d'un ponte ferroviario sul Piave. Pagiolin vede le grandi gabbie di ferro che partoriranno i pilastri. S'accendono le lunghe lame azzurro-violette dei proiettori che tagliano geometricamente la notte.
A questo bene futuro Marta tendeva avidamente il cuore e le braccia, in mezzo ai preparativi febbrili delle nozze; indifferente alla gioia dei doni, toccando con mano distratta i ricami e le trine del corredo, sorridendo lievemente agli auguri, non gustando, non afferrando quei lembi, quelle particelle di felicit
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