United States or India ? Vote for the TOP Country of the Week !


Aveva un materasso che si gonfiava come un otre, e due guanciali pure. Biancheria finissima; piatti, posate, bottiglie, bicchieri; tutto chiuso in una valigia. Mangiava come un lupo: un cappone, mezzo tacchino arrosto, e intrugli di minestre in brodo col vino; da selvaggio. E pepe a manate!... Ma pagava come un Dio, senza farselo dire due volte, senza neppure riguardare la nota.

Noi non avemmo ad assistere ad un banchetto funebre, ma fummo invitati un giorno ad un eccellente pranzo nella simpatica ed originale fattoria del cordiale signor Costant, poi pensammo alle provvigioni per il ritorno, e la cosa che ci fu più difficile procurarci, fu anche la più semplice e la più necessaria, il pane, perchè qui tutti usano farselo in casa propria.

Egli non sospettava però punto che sua moglie sapesse altro che quello. E' non si dissimulava la gravezza di questo fatto agli occhi della duchessa; ma aveva la confidenza di farselo perdonare. Laonde si presentava a lei di un'aria non punto accasciata.

Se in alcuno dei nostri lettori si fosse suscitato un pensiero di amore per Enrico VII, che poc'anzi abbiamo veduto sollecitare il padre alla pace, sappia, queste considerazioni essere state fatte per lui. Nessuno sia così stolto da credere che un atto gentile derivi necessariamente da animo gentile. La più parte di noi pratica la virtù, perchè non fa frutto con la colpa, e commette la colpa, perchè non gli giova la virtù: lo spirito per questo si cambia in nulla, ch'egli rimane pur sempre tristo, o maligno, come la natura, o la educazione, ce lo ha dato. Se Enrico VII amò la pace, fu perchè il padre gli aveva promesso farselo compagno del potere, questo sperava conseguire, dove non avesse fine la guerra. Federigo considerando che non avrebbe mai ottenuto con le armi un dominio in Italia, tentò acquistarlo per via di pratiche, e fece tenere proposito a Guglielmo II di Napoli, santissimo Re, detto il Buono, se volesse concedere la sua zia Gostanza, figlia postuma del Re Rogiero, ad Enrico suo figlio. Guglielmo non avendo prole consente al trattato. Nel 1184 è fama che seguissero in Milano questi sponsalisedendo su la cattedra di San Pietro Urbano III. ed è pur fama, che Enrico oltre i diritti sul Regno di Napoli ricevesse in dote centocinquanta somari carichi d'oro, di vasellame di argento, vesti, sciamiti, grisi (forse vaj), ed altre preziose masserizie. Di a qualche anno morto Guglielmo il Buono, sebbene il Regno cadesse a Gostanza, i Siciliani, comportando gravemente la straniera dominazione, chiamarono Re Tancredi, Conte di Lecce, e Principe di Taranto, figlio illegittimo di Rogiero Duca di Puglia. Enrico VII disposto a volere ricuperare i suoi diritti implora il soccorso dei Pisani e dei Genovesi, promettendo loro amplissimi privilegii, si avanza dal lato di Cepperano, ed occupa tutta Terra di Lavoro fino a Napoli, il quale tien fermo per Tancredi. Una terribile epidemia distrugge l'esercito tedesco, che, costretto ad abbandonare il Regno, fugge a Genova. Riccardo Conte di Acerra ricupera Terra di Lavoro. La Imperatrice Gostanza, che posando su la fede dei Salernitani soprastava a Salerno, è dai cittadini consegnata a Tancredi. Questi, come uomo di cuore magnanimo, la rimanda ad Enrico senza riscatto; della quale cortesia come fosse in séguito ricompensato, vedremo tra poco. Rogiero primogenito di Tancredi, sua consolazione e conforto, dopo avere condotto a moglie Irene, figlia d'Isacco Angelo Imperatore di Costantinopoli, moriva. Tancredi soprappreso di acerbissima doglia lo seguitava nel sepolcro, lasciando Sibilia moglie, Guglielmo, Albinia e Mandonia, figli suoi. Enrico VII, saputa la morte del valoroso Principe, cammina celerissimo contro il Regno, e per questa volta gli viene fatto di conquistarlo. La Regina Sibilia ripara co' figli nel castello di Calatabellota, in que' tempi stimato insuperabile. Enrico le fa proporre di uscire, e nella Contea di Lecce, prima signoria del suo marito, restituirla. Accetta la sventurata: di a poco, ecco come Enrico adempiva i patti promessi: Guglielmo fece abbacinare, e privare dei genitali, che presto se ne moriva; Sibilia, Albina e Mandonia, mandò in carcere nei Grigioni. Ora si manifesta il suo feroce talento: fatti prendere tutti coloro che avevano parteggiato per Tancredi, ordinò che sul capo loro si ponessero corone di ferro infuocate, e con chiodi roventi vi si conficcassero. Riccardo Conte di Acerra, caduto in suo potere, fu strascinato a coda di cavallo, poi appiccato pei piedi; mai, finchè visse quel crudele, consentì che si rimovesse dallo infame patibolo. Margarito Grande Ammiraglio ebbe gli occhi divelti, i genitali recisi. I Genovesi e i Pisani non solo delle cose promesse non soddisfece, ma ben anche della buona fede loro schernì. Poi, come se infierire contro i vivi fosse poco, volse il suo furore contro i morti. Fatti disseppellire i cadaveri di Tancredi e di Rogiero, strappò loro con rabbia la corona reale dal capo. Le sue crudelt

Prego, scusino; se non sanno ancora che cosa io voglia domandare! Io faccio molto assegnamento, molto, su questi due ritratti, eseguiti, m'immagino, prima della famosa e disgraziatissima cavalcata; non è vero? Donna Matilde. Eh, certo! Dottore. Quand'egli era dunque perfettamente in sensi, ecco volevo dir questo! Propose lui, a lei, di farselo eseguire? Donna Matilde. Ma no, dottore!

«A me non passa più nulla. Federici mi ha dato un cucchiaio della sua magnesia effervescente. Per una concessione speciale egli può tenersene un vaso e farselo riempire quando è vuoto. Se ne prende una cucchiaiata ogni mattina in due dita d'acqua. Mi ha fatto bene. Ho potuto trangugiare la gamella di pasta senza gli impeti di repulsione. Sento che mi ritornano le forze. Leggo e più rapidamente.

Avendo intraveduto i pensieri del Conte che mirava ad estendere il proprio dominio, il Fossano ne lusingava di solito col canto l'ambizione, non per il fine esclusivo di farselo amico sempre più, ma perchè, amantissimo com'era della propria patria, vedeva che coll'estendersi il dominio del Conte, veniva ad accrescersi anche l'importanza politica di lei. Per queste particolari sue doti, a voler tacere delle altre, il Visconti l'avea carissimo, e fattolo alloggiare presso di , non era cortesia che non gli usasse. Il Fossano adunque, dotato com'era di tante virtù, ammirato e festeggiato da tutta la sua patria, osservato con compiacenza dalle più belle lombarde, distinto da quel potente Visconti, doveva sentire le vere gioie dell'esistenza. Eppure a vedere con che trista gravit