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Per quanto con Ferrari si facessero continuamente gite di caccia, pure la monotonia di questa vita ci stancò, e non sapendo ancora quando si potrebbe definitivamente partire per l'Abissinia, pensammo intanto di andarcene a fare un'escursione nel paese dei Bogos.

A noi si associò l'amico Legnani che, pratico del viaggiare in carovana e parlando l'arabo, oltre che simpatico, ci fu pure utile compagno di viaggio. Fissati i camelli e fatti quei pochi preparativi che pensammo necessarii, il giorno 12 lasciammo gli altri compagni, felici di incamminarci ad una vita nuova ed a paesi nuovi.

E questi, appoggiandosi con fierezza ai bracciuoli, si drizzò in piedi, come per degnazione, levò la destra all'altezza delle teste, quasi per deprimerle, e Cavalieri, disse: quello che lesse il nostro araldo è quanto noi pensammo e pensiamo. La festa fu celebrata nella chiesa a maggior lode di Dio, il quale ci diede il potere. Queste le parole, ma il pensiero ben diverso.

Che facciamo? Domandammo al Ricci. Andiamo laggiù... E tutti scendemmo la strada e per far più presto entrammo nei campi: cominciò la bella sinfonia delle palle... Addio Italia, pensammo tra noi, addio occupazioni della nostra vita scapata... un grido ci tolse alle reflessioni... il povero Gaido, colpito in mezzo del cuore, cadeva a pochi passi da noi.

Pensammo che, scelto a verificare la condizione delle cose e colpito dall'accordo assoluto che annoda in un solo pensiero quasi tutti gli elementi del nostro Stato, voi avreste coi vostri ragguagli distrutto il solo ostacolo possibile ai nostri voti, il solo dubbio che potesse ancora indugiare la Francia nel compimento del nobile pensiero espresso dalla decisione della vostra Assemblea.

Un urtone rompe l'incanto di quella calma. Che è? Siamo giunti a Tournus: sono le nove e bisogna trattenersi fino alle due. Meno male che troveremo qualche caffè, qualche bettola, pensammo tra noi e forse potremo anche riposare su coltri più o meno sprimacciate quattro ore. »Chi mi dar

Noi non avemmo ad assistere ad un banchetto funebre, ma fummo invitati un giorno ad un eccellente pranzo nella simpatica ed originale fattoria del cordiale signor Costant, poi pensammo alle provvigioni per il ritorno, e la cosa che ci fu più difficile procurarci, fu anche la più semplice e la più necessaria, il pane, perchè qui tutti usano farselo in casa propria.

Quando gridammo: «Uccidiamo il chiaro di lunanoi pensammo a te, vecchia Venezia fradicia di romanticismo! Ma ora la voce nostra si amplifica, e soggiungiamo ad alte note «Liberiamo il mondo dalla tirannia dell'amore! Siamo sazi di avventure erotiche, di lussuria, di sentimentalismo e di nostalgia»!

Io stimai, ch'ei giungesse a quella morte Per cagion de l'amor de la consorte. E però senno giudicai frodarsi Con simulato cor tanta sventura, Che la colpa del re manifestarsi Mal nostra vita renderìa sicura. Dunque fra i pianti e fra i sospiri sparsi Pensammo come porsi in sepoltura Dovesse il corpo sfortunato; e poi Di lui non far parola unqua fra noi.

La molta gente che interrogammo, ci rispose facendo voti, per la pace; il commercio incagliato, i guadagni diminuiti parlavano nel cuore di tutti quegli uomini, più della voce della patria tradita. Noi pensammo che era ben difficile che la Francia potesse pigliare una rivincita.