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Si scusava col dire che egli, in quanto a se, aveva fatto assai: adesso altri si provasse: anche Gesù Cristo aver chiamato il Cireneo a sollevarlo dal peso della croce. Queste ed altre cose diceva con sembiante di vero, ma ell'erano false.

DON FLAMINIO. Io son quello che v'ho ingannato e tradito, e con quelle false illusioni di notte ho fatto veder che Carizia fusse inonesta. DON IGNAZIO. O estremo dolor, cessa alquanto fin ch'intenda da costui come il fatto è seguito. DON FLAMINIO. Io, essendo innamorato di Carizia da quell'infelice giorno che fu la festa de' tori, nascondei l'amor mio verso lei a voi quanto potei.

Si` tosto come in su la soglia fui di mia seconda etade e mutai vita, questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita e bellezza e virtu` cresciuta m'era, fu' io a lui men cara e men gradita; e volse i passi suoi per via non vera, imagini di ben seguendo false, che nulla promession rendono intera.

La danza era il passatempo prediletto dei naturali di Haiti. Se a quel tempo fosse stato comune sulla faccia del globo l’uso delle carte da giuoco, sicuramente quei buoni selvaggi avrebbero fatto carte false, pur di ballare dalla mattina alla sera. Damiano, contemplando le loro giravolte e i loro salti, aveva facilmente imparata la coreografla, del resto assai scarsa, dei suoi futuri concittadini. Un ballo, tra gli altri, gli era sembrato molto somigliante al trescone, che si ballava in Europa. Preso da un capriccio subitaneo, chiese ad Abarima se ella avrebbe consentito a ballare con lui. Abarima non aveva detto di no. Animo dunque, e nel mezzo del prato, facendo fermare stupefatti tutti i ballerini della tribù. Damiano provava un gusto matto a ballare con quel fior di selvaggia; ma altrettanto ne provava la graziosa fanciulla a ballare con lui. E non erano meno contenti i naturali di Haiti, vedendo un figlio del cielo che non isdegnava di saltabellare in cadenza con una figlia degli uomini. I tamburi battevano via via più affrettata la misura; e più rapido girava Damiano, più forte stringendo nelle braccia nervose la leggiadra Abarima. Essa era snella, egli robusto; durarono un pezzo alla prova. Ma egli non vedeva gi

La clarissima donna Costanza di Santa Croce! Ma lo pensate voi? Orsù; se voi fate per giuoco, io vi consiglio a torre per lo scherzo argomenti meglio dicevoli; se poi favellate da senno, allora, figliuolo mio, vi ammonisco a non lasciarvi andare alle tentazioni del demonio, il quale, come padre di menzogna, conturba le menti con immagini false.... Conte, lasciamo il diavolo a casa sua.

E invece de' canti d'amore, invece de' madrigali freddamente ingegnosi e delle allegorie false o sforzate, concepí nell'alta sua immaginazione tutto il mondo invisibile, e stabilí di svelarlo poeticamente agli occhi intellettuali degli italiani.

Feci due o tre note false; egli mi corresse; la vergogna mi paralizzò la voce; gettai la musica sul pianoforte, fuggii all'altro capo della stanza, sedetti ad uno scrittoio colle braccia sovr'esso ed il capo sulle braccia, e scoppiai in pianto.

Tale fu l'origine del mio legame. Non credo che neppure la signora m'abbia veramente amato mai. Credo che le dicerie sparse prima d'allora su lei e il marito d'un'amica sua fossero false; ch'ell'abbia pensato un modo, poco felice, di smentirle; che la vanit

L'infame v'ingannava! Se vi ha un infame, gridava la giovinetta trasportata dall'esaltazione, voi lo foste che mi avete crudelmente strappata dal suo petto, voi che accecato forse da false apparenze l'avete umiliato, avvilito, scacciato.... egli era innocente! Mentiva. No, che non si mente un affetto allorquando lo si esprime come lui!

Mentre ero al Castellaccio c'era un certo Santo Sterpone, nato a Luccoli, della provincia d'Aquila. Era stato condannato a venti anni, come omicida, per due false deposizioni. In galera non poteva darsi pace. Diceva a tutti che era innocente e agli intimi che non sarebbe molto tranquillo se non dopo avere scannati quei due cani. Noi lo lasciavamo sfogare e ridevamo dei suoi sogni di vendetta.